Napolitano, cresce l'ipotesi dimissioni.
Renzi: lui una garanzia. Fi: resti

Napolitano, cresce l'ipotesi dimissioni. Renzi: "Lui una garanzia". Fi: "Resti"

di Alessandra Severini
ROMA - Il furioso dibattito scatenato dalle voci di dimissioni del presidente Napolitano, il rischio di un nuovo, complicato nodo da sciogliere in un quadro politico già teso. Il capo dello Stato prova a mettere fine a quelle che definisce «illazioni» con una nota ufficiale, in cui le dimissioni non vengono “né confermate né smentite”, ma definite semplicemente una «questione nota da tempo». Quello che invece preme sottolineare a Napolitano è che la decisione finale, anche sui tempi, resta di «esclusiva responsabilità del Capo dello Stato».





Certo, è probabile che sia una questione di mesi. Finito il semestre italiano a dicembre, Napolitano potrebbe decidere di lasciare nei primi mesi del nuovo anno. Magari con un annuncio ufficiale dato nel discorso di fine anno. Poi ci sono le motivazioni. I maligni dicono che Napolitano voglia dimettersi perchè sa già che Matteo Renzi corre verso le elezioni anticipate e lui non vuole essere il presidente che scioglie ancora una volta le Camere. In realtà, come ha sottolineato anche nella nota diffusa ieri, Napolitano aveva sin dall'inizio del suo secondo incarico prospettato l'eventualità di un mandato più breve.



Per scegliere il suo successore, però, serve un accordo fra maggioranza e opposizione. E rimane il timore di un nuovo, clamoroso, stallo come quello che si verificò due anni fa, sbloccato appunto solo dalla decisione di Napolitano di accettare un secondo mandato. Il sottosegretario Delrio assicura che si cercherà un accordo: «Auspichiamo la massima convergenza di tutte le forze politiche per il successore». Berlusconi, che rimane il principale interlocutore di Renzi sulla legge elettorale, vuole essere della partita. E anche se il ministro Boschi si affretta a sottolineare che «il patto riguarda le riforme, non il Colle», è facile immaginare che l'intesa del Nazareno potrebbe estendersi anche al successore di Napolitano.



A Berlusconi rimane il dubbio che Renzi voglia andare alle elezioni in primavera.
Un dubbio che viene rafforzato dalle intenzioni del governo di non perdere tempo sulla legge elettorale. «L'obiettivo è arrivare a dicembre in aula», fa sapere Palazzo Chigi. Ma comunque Forza Italia si dice disponibile a continuare il dialogo sull'Italicum, accettando il premio di lista, ovvero la modifica più importante. Del resto, il Cav non vuole sfilarsi dal patto proprio ora che entra in gioco anche la scelta del nuovo capo dello Stato. Il problema vero per lui rimane la fronda interna guidata da Raffaele Fitto, che chiede al Cav di stracciare il patto del Nazareno considerato deleterio per Forza Italia.

Ultimo aggiornamento: Lunedì 10 Novembre 2014, 09:21