Niente cesareo per finire il turno, la mamma: "Li imploravo, ma mi ignoravano"

Niente cesareo per finire il turno, la mamma: "Li imploravo, ma mi ignoravano"
CATANIA - "Li imploravo di farmi il cesareo, ma loro mi ignoravano. Ora mio figlio è disabile e non so ancora un giorno potrà parlare e camminare, non so nemmeno se sente la mia voce", sono le parole della mamma di Catania a cui il personale medico ha negato il parto cesareo per evitare lo straordinario e tornare a casa.

La donna, a distanza di un anno e mezzo dalla nascita del bambino, vuole giustizia e parla sul Corriere della Sera: "Per un cesareo da me chiesto e mai effettuato perché quelle signore in camice bianco mi lasciavano sbattere, nonostante i miei dolori, nonostante la sofferenza del piccolo". Fa sapere solo il nome, Debora, e accenna soltanto al suo lavoro da precaria e alla disoccupazione del marito. 

Crescere un figlio disabile in queste condizioni non è semplice, ma la sua famiglia l'aiuta: "Viviamo qui, a casa di mia nonna materna. Ospiti. Non so cosa farei senza di lei. Aiutati da lei che fa la babysitter in quelle quattro ore di mia assenza. Aiutati anche da amici, da parenti per sostegni concreti. Ma giuro che un giorno restituiremo tutto".

La Procura, intanto, ha sospeso tre ginecologhe del "Santo Bambino", Amalia Daniela Palano, Gina Currao e Paola Cairone, da 4 a 12 mesi fuori dall’attività professionale. 
La diagnosi dei medici sulla salute di suo figlio non può ancora essere precisa: "Mi terrorizza l'ipotesi di tetraparesi spastica con indebolimento del tronco neuroencefalico. Dicono che bisogna aspettare ancora qualche anno per esser sicuri e noi speriamo il meglio, ma intanto passiamo da un medico all’altro, provando terapie, contatti con neuropsichiatri, impegnando tutto quel poco che abbiamo, che raccogliamo, cercando comunque di non fare mancare mai niente al bambino...".

Poi la ricostruzione di quella notte al “Santo Bambino”, ospedale pubblico: "Arrivai convinta di dovere partorire subito. Passavano le ore, ma non facevano niente. Ho chiesto il cesareo alle due dottoresse che si avvicendavano, Palano e Currao. Il travaglio non finiva mai. Era chiaro che stava precipitando il mondo... Poi s’è scoperto che il cordone ombelicale stava strozzando mio figlio, che c’era una sofferenza evidente nei cinque tracciati praticati... Ma s’è scoperto quando le due dottoresse avevano finito il turno, alle ore 13, senza dire niente ai colleghi che subentravano, forse nemmeno alla Paola Cairone che ha poi effettuato una manovra spingendomi l’addome...". La manovra di Kristeller è bandita dai protocolli. Dopo il cambio turno ha avuto quasi un parto naturale, ma il danno ormai era fatto. 
 

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 7 Dicembre 2016, 10:08
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