Mariangela, morta a Rieti: bloccati i funerali.
"Potrebbe non essere stato un suicidio"

Mariangela, trovata morta nel bosco: "Non è suicidio". L'ipotesi choc
Mariangela Mancini, la 33enne reatina scomparsa da Borgorose il 12 maggio e ritrovata senza vita il giorno dopo nella frazione di Spedino, potrebbe non essersi uccisa ingerendo acido muriatico. È quello che sin dal primo momento hanno sostenuto la mamma, Luisa, e il fratello, Nazzareno. I due, con insistenza, hanno chiesto agli inquirenti accertamenti più approfonditi sulle escoriazioni e le ecchimosi rilevate sul collo della ragazza durante l'autopsia eseguita sabato all'ospedale De Lellis di Rieti. 
 
 


Tuttavia, nonostante i dubbi dei familiari, il fascicolo aperto dalla pm Cristina Cambi della procura del capoluogo sabino, pur ipotizzando l'omicidio, al momento è ancora a carico di ignoti. Un atto dovuto, affermano fonti giudiziarie, per consentire agli investigatori dei carabinieri di fugare ogni dubbio sulla morte di Mariangela. Perplessità che sono legate, soprattutto, alla controversa dinamica dei fatti e ai buchi nelle ultime ore di vita della vittima. La vicenda si tinge dunque di giallo. Mariangela stava ristrutturando una casa, dove sarebbe dovuta andare a vivere con il suo ragazzo, Luca, ed è da lì che giovedì mattina, prima di scomparire nel nulla per diverse ore, era partita in auto per raggiungere la vicina abitazione della madre a prendere alcuni prodotti per la casa. E, probabilmente, anche quella bottiglia di acido cloridrico, trovata la mattina successiva accanto al suo cadavere.

Secondo le conclusioni dell'esame autoptico, la 33enne, con intenti autolesivi, avrebbe ingerito in parte il contenuto della bottiglia procurandosi ustioni in bocca, nell'esofago e nello stomaco. Una morte da avvelenamento, lunga e dolorosa, che non convince il legale della famiglia.
La ragazza, sempre secondo gli inquirenti, prima di bere l'acido, avrebbe fatto almeno un altro tentativo auto-soffocandosi con una busta trovata, anch'essa, vicino al corpo. E si sarebbe ferita al collo tentando di togliersi la vita proprio in questo modo. Per la famiglia, invece, quelli potrebbero essere i segni di uno strangolamento depistato con l'acido. I funerali di Mariangela dovevano svolgersi domani, nella chiesa del piccolo centro abitato di Spedino, ma dalla procura non è giunto il nulla osta perché il consulente della famiglia, che ha assistito anche all'autopsia, potrebbe effettuare ulteriori accertamenti. Una decina i testimoni sentiti dai carabinieri, ma anche da queste verifiche non sarebbero finora emersi sospetti.


IPOTESI STRANGOLAMENTO Mariangela potrebbe essere stata strangolata. Sarebbero queste le conclusioni dell'autopsia che avrebbe anche rilevato tracce di acido muriatico tra i contenuti gastrici non in quantità tale da causare un avvelenamento immediato. Le indagini, dopo l'apertura del fascicolo che ipotizza l'omicidio e non più il suicidio, vanno avanti nel massimo riserbo, ma un altro punto fermo riguarderebbe il fatto che Mariangela è stata trovata con gli indumenti asciutti, nonostante la notte tra il 12 il 13 maggio piovesse nel bosco di Fonte San Paolo di Spedino. Una circostanza che avvalorerebbe anche quanto hanno raccontato ai carabinieri alcuni testimoni, secondo i quali la mattina del 13 maggio, mentre erano in corso le ricerche e prima ancora che l'elicottero dei vigili del fuoco scorgesse il corpo della 33enne, il suo cadavere in quel punto del bosco non c'era. Poi ci sono i segni e le ecchimosi sul collo e su altre parti del corpo, che hanno spinto la famiglia a chiedere con insistenza i nuovi accertamenti che gli investigatori dell'arma stanno compiendo in queste ore.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 18 Maggio 2016, 14:13
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