L'imprenditore miliardario condannato a morte
per corruzione: ecco dove succede -Foto
Riesce poi a entrare nella Borsa di Teheran e da lì comincia la sua scalata al potere. Il suo vero 'business' nasce nel 2010 sotto la presidenza di Mahmud Ahmadinejad. Zanjani fiuta che le sanzioni internazionali che martoriavano l'Iran potevano fruttare un bel giro d'affari e così mette insieme una rete di 60 imprese negli Emirati arabi. E da Dubai inizia a commerciare di tutto: dai milioni di barili di petrolio iraniano per conto del governo ai cosmetici, i biglietti aerei e i servizi bancari. Per questo suo lavoro di 'promozione' dell'Iran sotto sanzione negli anni si è definito un «eroe», un «soldato economico della Rivoluzione islamica che ha salvato il Paese quando il governo non poteva vendere petrolio». In un'intervista alla Bbc nel 2013 aveva seccamente sminuito i suoi agganci politici. «Io faccio affari, non politica». Dopo le elezione di Rohani, il vento cambia. Lo stile di vita ostentato dal miliardario, tra jet privati e macchine di lusso, non passa inosservato e lui finisce nel mirino delle autorità. Zanjani viene arrestato con l'accusa di appropriazione indebita, proprio il giorno dopo che il presidente Rohani aveva deciso una stretta sulla corruzione e ordinato alle autorità di puntare quei «personaggi privilegiati» che «hanno approfittato delle sanzioni» per arricchire le loro tasche. E mentre il presidente iraniano continua la sua battaglia contro la corruzione oggi dalla Cina è arrivata la notizia che nel 2015 ben 300mila funzionari del Partito Comunista sono stati colpiti da misure punitive perché colpevoli di corruzione. Di questi, 82mila sono stati rimossi o espulsi dall'apparato burocratico.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 7 Marzo 2016, 12:27
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