Pensioni, la classe del 1980 rischia di andarci
a 75 anni. Boeri: "Rischio generazione perduta"

Inps, la classe del 1980 rischia di andare in pensione a 75 anni
Allarme pensioni per la generazione del 1980. A darlo è il presidente dell'Istituto di previdenza, Tito Boeri: «L'Inps ha scovato dei buchi nelle storie contributive degli italiani nati negli anni Ottanta, periodi passati fuori dal mercato del lavoro che, spesso, coincidono con episodi di disoccupazione e non si tratta di qualche giorno ma di anni, in media già due». Secondo Boeri è una situazione a cui porre rimedio il prima possibile: «Visti i livelli intollerabili di disoccupazione, bisogna introdurre la flessibilità o si rischia di generare intere generazioni perdute». Guardando nel dettaglio le tabelle dell'Inps, il 36enne di oggi che non ha contributi pieni, la simulazione è fatta su uno scenario base (crescita dell'1%) e un salto di dieci anni nei versamenti, si ritroverà con un assegno leggero: sotto i 750 euro per circa il 40% delle donne e il 23% degli uomini. Non basta, chi ha saltato i versamenti vedrà allontanarsi la data di uscita, spostata dal 2050, data ufficiale per la classe '80, al «2052, 2053 o anche - seppure per un quota limitata di lavoratori - 2055».

«Non voglio terrorizzare ma solo rendere consapevoli dell'importanza della continuità contributiva», spiega Boeri parlando davanti a una platea di giovani neo specializzati, in occasione della cerimonia di proclamazione all'Università Cattolica. Il consiglio di Boeri è «non lasciarsi illudere da situazioni con un salario netto più alto ma in cui il datore di lavoro versa pochi contributi previdenziali». E questo soprattutto perché in un sistema contributivo quel che più pesa «sono i primi anni di carriera». Qualcosa comunque sembra migliorare, almeno confrontando il 2014 sul 2015, visto che l'incidenza delle assunzioni con contratti a tempo indeterminato per gli under30 è passata dal 24,5% al 33,6%. Sgravi e contratto a tutele crescenti hanno determinato «il forte incremento» dei posti stabili, sottolineaBoeri, soprattutto a «fine dello scorso anno» proprio per agganciare gli incentivi che da gennaio hanno subito un decalage. E infatti i dati di gennaio e febbraio scontato con tutta probabilità l'effetto delle assunzioni anticipate.
Ultimo aggiornamento: Martedì 19 Aprile 2016, 18:44
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