La risposta israeliana al raid iraniano è stato un vero successo? Dal punto di vista militare, per la maggior parte degli analisti non ci sono dubbi. Israele e i suoi alleati hanno intercettato il 99 per cento dei droni e dei missili lanciati dall’Iran. Ma alcuni esperti iniziano a fornire anche un’altra versione di quanto accaduto in quelle ore drammatiche. E l’idea di molti è che dietro il successo militare vi sia un clamoroso errore di calcolo dell’intelligence israeliana. E che secondo il New York Times riguarda le ipotesi sulla risposta che l’Iran avrebbe dato al raid su Damasco. Secondo i documenti visionati dal quotidiano, i servizi israeliani non sembrano avere avuto idee chiare sulla possibile reazione dell’Iran a quel bombardamento che ha ucciso alti funzionari dei Guardiani della Rivoluzione. In un primo momento pensavano a un lancio di una decina di razzi, poi diventati circa 60 o 70 secondo le più oscure previsioni dell’intelligence. In altri momenti pensavano a una reazione che sarebbe partita dai “proxy” e solo gli ultimi giorni prima dell’attacco, con l’intervento dei colleghi americani, la stima sarebbe cresciuta avvicinandosi ai numeri visti nella notte dell’attacco.
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Un errore che si aggiunge alle accuse rivolte dal Jerusalem Post riguardo il mancato coordinamento tra agenzie di intelligence.
«Tutte le azioni operative in Israele e nel mondo sono state effettuate da anni con la piena collaborazione tra Shin Bet, Idf e Mossad», hanno spiegato le forze armate al giornale israeliano. Ma i dubbi restano. Non solo per i documenti del Nyt, ma anche per le indiscrezioni trapelate Oltreoceano e che dicono che Washington non avesse saputo nulla del raid fino a pochi minuti prima dell’attacco.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 19 Aprile 2024, 13:43
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