Zerocalcare, no a Lucca Comics per il patrocinio di Israele: «Non c’è nessuna lezione o giudizio morale verso chi andrà»

«Lo so che quello sul manifesto è solo un simbolo, ma quel simbolo per molte persone a me care rappresenta in questo momento la paura di non vedere il sole sorgere domattina», scrive il fumettista

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di Redazione Web

Una notizia che in molti si aspettavano, conoscendo il fumettista romano - di Rebibbia, per essere precisi - e le posizioni prese in passato. Zerocalcare non ha paura di essere esplicito e di parlare con chiarezza, ed è forse questa la caratteristica che lo ha reso così popolare, prima con i suoi fumetti e più recentemente per le due serie di Netflix, "Strappare lungo i bordi" e "Questo mondo non mi renderà cattivo".

Si parla della decisione di Zerocalcare di non partecipare a Lucca Comics & Games. Il fumettista, che non perde un'edizione della grande fiera dedicata ai fumetti e ai games, lo ha annunciato questa mattina sul suo profilo social. Il motivo, ha spiegato, è il patrocinio alla manifestazione dell'ambasciata israeliana in Italia.

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Zerocalcare non partecipa alla fiera di Lucca: ecco perché

La polemica va avanti da giorni e non si placa. «Purtroppo il patrocinio dell'ambasciata israeliana per me rappresenta un problema - ha scritto Zerocalcare - Venire a festeggiare li dentro rappresenta un cortocircuito che non riesco a gestire.

Mi dispiace nei confronti della casa editrice, dei lettori e lettrici e anche per me stesso».

Il fumettista ha messo in chiaro attraverso un post sui social il motivo per cui quest'anno non gli sarà possibile partecipare alla fiera di Lucca Comics & Games, il principale festival europeo dedicato non solo al fumetto ma anche ai videogiochi, al gioco (da tavola), al cinema e tanto altro. «In questo momento in cui a Gaza sono incastrate due milioni di persone che non sanno nemmeno se saranno vive il giorno dopo, dopo oltre 6000 morti civili, uomini donne e bambini affamati e ridotti allo stremo in attesa del prossimo bombardamento o di un'invasione di terra», scrive Michele su Facebook.

Poi, specifica: «Lo so che quello sul manifesto è solo un simbolo, ma quel simbolo per molte persone a me care rappresenta in questo momento la paura di non vedere il sole sorgere domattina, le macerie sotto cui sono sepolti i propri cari, la minaccia di morire intrappolati in quel carcere a cielo aperto dove tanti ragazzi e ragazze sono nati e cresciuti senza essere mai potuti uscire».

L'esperienza di Zerocalcare è anche personale, dato che lui stesso ha visitato Gaza «diversi anni fa, conosco persone che ancora ci vivono e persone che ci sono andate per costruire progetti di solidarietà, di sport, di hip hop e di writing. Quando queste persone mi chiedono com’è possibile che una manifestazione culturale di questa importanza non si interroghi sull’opportunità di collaborare con la rappresentanza di un governo che sta perpetrando crimini di guerra in spregio del diritto internazionale, io onestamente non riesco a fornire una spiegazione».

In ogni caso, il fumettista romano non vuole far passare un giudizio nei confronti di chi ha preso una decisione diversa e sarà presente invece al festival: «Da parte mia non c’è nessuna lezione o giudizio morale verso chi andrà a Lucca e lo farà nel modo che ritiene più opportuno, soprattutto non è una contestazione alla presenza dei due autori del poster Asaf e Tomer Hanuka, che spero riusciranno ad esserci e che si sentiranno a casa, perché non ho mai pensato che i popoli e gli individui coincidessero coi loro governi». Infine, conclude: «Spero che un giorno ci possano essere anche i fumettisti palestinesi che al momento non possono lasciare il loro paese».


Ultimo aggiornamento: Sabato 28 Ottobre 2023, 11:22
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