Si tratta di cinque conversazioni di oltre 50 pagine nelle quali i «clienti» prendevano contatto con le ragazze, molte del Liceo Umberto di Napoli, inizialmente per conversare per poi passare a richieste di carattere più scabroso. La chat era suddivisa in gruppi: una volta avuto accesso al sistema di messaggistica si poteva sceglierne uno e cominciare a colloquiare.
Grazie a un profilo «civetta» si è scoperto che molte giovane ragazze di Napoli erano capaci di vendersi agli adulti per poche decine di euro, anche per una ricarica.
Da un'intervista emerge che alcune ragazzine avrebbe ottenuto denaro anche facendo spogliarelli utilizzando le webcam delle console per giochi.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 13 Ottobre 2017, 16:41
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