«Decisioni prese in base al ciclo mestruale», frasi sessiste dell’ad di Consip: dimissioni per presidente e consigliera

Le dimissioni delle lavoratrici hanno fatto decadere l’intero Consiglio di amministrazione composto da tre membri

«Decisioni prese in base al ciclo mestruale», frasi sessiste dell’ad di Consip: dimissioni per presidente e consigliera

di Redazione web

«Vai a fare il caffè perché sei donna e sai farlo» oppure «Non posso sottostare all’operato di una dirigente che prende decisioni in base al suo ciclo mestruale». Frasi sessiste che avrebbero spinto, due giorni fa, la presidente Barbara Luisi e la consigliera di Consip Luisa D’Arcano a dimettersi dai loro ruoli facendo decadere l’intero Consiglio di amministrazione, composto da tre membri, e quindi anche l’amministratore delegato Marco Mizzau.

La motivazione non è stata formulata in forma scritta e non c'è stato nessun messaggio di spiegazione, ma solo due pec inviate al manager. Come riporta il Corriere della Sera, tale mail hanno però messo il punto all'esperienza del Cda nominato appena 11 mesi fa dal ministero dell’Economia, azionista al 100% della società partecipata di Stato che si occupa degli acquisti per la Pubblica amministrazione.

Come tutto è iniziato

Circa due settimane su un blog è comparsa una lettera anonima di una dipendente Consip che denuncia di aver subito atteggiamenti sessisti da parte dell’ad Mizzau che avrebbe pronunciato frasi e sessiste e avuto ripetuti comportamenti sessisti verso lavoratrici e dirigenti, come la richiesta di fare il caffè (perché l'interlocutrice era donna)  o riferimenti al ciclo mestruale. Parole ritenute, dall’autrice della mail anonima, «inaccettabili». Da qui è partita un'inchiesta interna, ma prima della conclusione il Cda è decaduto. E in una nuova lettera anonima al blog, l’autrice ha scritto: «Che tutti prendano esempio».
 

La difesa del manager

Marco Mizzau è un manager romano di 46 anni, sposato. Nella sua carriera è stato un ex dirigente di Inarcassa e del Campus Biomedico, in Consip dallo scorso giugno. L'uomo è incredulo e sta respingendo tutte le accuse. In un’azienda che ha il 50% di lavoratrici donne, spiega, «io ho sempre pensato e detto pubblicamente che le donne hanno una marcia in più e lo credo fermamente: se penso alla mia famiglia, sono io quello che cucina, figurarsi se faccio fare il caffè alle segretarie, lo preparo io a tutti, ho la macchinetta in ufficio».

Nega di aver mai pronunciato o avuto comportamenti sessisti. Lui che in cortile ha fatto mettere la panchina rossa come simbolo della lotta alla violenza sulle donne, che celebra in azienda la festa dell’8 marzo, che ha istituito il «caffè del buongiorno» per parlare con i dipendenti, «incontro tutti, la mia porta è sempre aperta e in questi mesi ho avuto incontri dai dirigenti alle segretarie, chiunque può venire nel mio ufficio».

Ora Mizzau dovrà occuparsi solo dell’ordinaria amministrazione, in attesa che il Mef nomini i nuovi vertici. «Cosa penso di questa storia? - dice - Che la risposta sarà nel nuovo Cda».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 26 Aprile 2024, 11:33
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