Il rettore dell'università di Lecce chiede l'aumento di stipendio: da 25mila a 121mila euro. «Me lo merito». Poi il dietrofront

Oggi, 19 dicembre, la proposta è stata discussa dal Cda dell'accademia, che ha però rinviato la decisione per «rispetto del parere negativo espresso dal Senato accademico»

Il rettore dell'università di Lecce chiede l'aumento di stipendio: da 25mila a 121mila euro. «Me lo merito». Poi il dietrofront

di Redazione web

Polemica a Lecce, dove Fabio Pollice, il rettore dell'università, ha proposto l'aumento del suo stipendio da 25.200 a 121mila euro l'anno. Oggi, 19 dicembre, la proposta è stata discussa dal Cda dell'accademia, che ha però rinviato la decisione per «rispetto del parere negativo espresso dal Senato accademico».

«È giusto che le responsabilità amministrative siano adeguatamente retribuite», le sue parole riportate dal Corriere. Poi, a sorpresa, è arrivata la rinuncia. Il rettore ha fatto un passo indietro e ha chiesto al consiglio di amministrazione che si è riunito questa mattina di non deliberare sull'aumento dell'indennità da lui percepita.

Le parole del rettore

La proposta di aumento, avanzata dal cda e bocciata dal Senato accademico, riguardava anche gli stipendi del prorettore e del quadro dirigenti. "Questi compensi - ha detto Pollice - possono appartare eccessivi ma non li ho definiti io, anzi, ho scelto il range più basso. Ho applicato un Dpcm che vale per tutte le Università pubbliche, non ho fatto un colpo di testa. Amo questo territorio e questa università, e so che è al mio fianco in questo momento". Pollice ha poi aggiunto: "Credo che l'aumento degli stipendi sia giusto perché gli stipendi dei dipendenti dell'università sono i meno pagati di tutta la Pubblica amministrazione. Il Dpcm spiega che è diritto di chi ha delle responsabilità avere un compenso adeguato". Il rettore ha anche sottolineato che "l'università pubblica in Italia riceve una costante aggressione". "Se la passione non viene riconosciuta - ha concluso - torno a fare il ricercatore universitario con orgoglio.

Non difendo me, difendo l'istituzione. Questa è una battaglia di civiltà".

La polemica

A sollevare il caso è stata la Flc Cgil di Lecce che parla di "stupore e malcontento nell'intera comunità accademica". La questione riguarda in generale la rideterminazione delle indennità e dei gettoni di presenza dei componenti degli organi universitari e, in particolare, di rettore, prorettore e componenti del cda. Il Senato accademico, nella seduta del 12 dicembre scorso, non ha espresso parere favorevole alla proposta di incremento.

«È sconcertante - dice la Flc Cgil - che, dopo anni di tagli alla spesa pubblica che hanno visto ridurre salari accessori e compensi tanto al personale docente quanto al personale tecnico-amministrativo, il primo e significativo intervento di segno opposto, finanziato peraltro con le economie e i risparmi sulle spese di funzionamento dell'ateneo, veda il cda autodeterminare l'aumento del proprio compenso, senza neanche l'avallo dell'organo politico».

Per la Cgil, «ciò è ancora più sconcertante se si considera che questo intervento verrebbe attribuito anche ai componenti del cda attualmente in carica, per effetto di una retroattività fantasiosamente costruita, mentre il personale tecnico-amministrativo è ancora costretto alle ferie forzate per consentire la riduzione delle spese di energia elettrica». La Flc Cgil, quindi, chiede al rettore e al cda "un passo indietro rispetto a una scelta politicamente sbagliata nei modi, nei tempi, nella sostanza e nel contesto, che li vedrebbe, peraltro, in evidente conflitto di interessi".


Ultimo aggiornamento: Martedì 19 Dicembre 2023, 19:53
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