Ddl Zan, si del Senato per l'approdo in aula il 13 luglio. Letta esulta: «I voti ci sono». Gasparri: «Vittoria di Pirlo»

Ddl Zan, il Senato dice si alla calendarizzazione il 13 luglio. Letta esulta: «I voti ci sono». Gasparri: «Vittoria di Pirlo»

L'aula del Senato ha confermato la calendarizzazione del ddl Zan per il 13 luglio alle 16.30. L'aula ha infatti respinto i calendari alternativi proposti da Fi e Lega che prevedevano l'approdo in aula della legge il 20. Subito dopo, però è intervenuta la Presidente Casellati chiedendo una sorta di mediazione: «Vorrei richiamare la vostra attenzione sul fatto che vedo che negli ultimi interventi c'è una richiesta da parte di tutti di arrivare su un tema così importante ad una definizione concorde, nel senso quantomeno di tentare una sorta di mediazione. Raccogliendo gli interventi di tutti, ad eccezione del Gruppo di Fratelli d'Italia, faccio presente che la differenza che c'è è quella dello spostamento di una settimana. Quindi invito tutti ad una riflessione, perchè non si dica che in quest'Aula, su un tema così importante, rinunciamo ad dialogo per la differenza di una settimana. Dopo di che ciascuno prenderà le proprie decisioni».  Ora è riunita la Conferenza dei capigruppo.

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GASPARRI VITTORIA DI PIRRO PER GRILLINI E PIDDINI

«È una vittoria di Pirro quella sulla calendarizzazione della legge Zan ottenuta da PD e Grillini. Perché poi nel merito finiranno nelle sabbie mobili se non accetteranno le modifiche degli articoli 1, 4 e 7 sui quali si profila una chiara maggioranza nell'aula di Palazzo Madama. L'arroganza non paga. Il confronto doveva avvenire in Commissione, senza tentare di mettere il bavaglio al Parlamento per imporre delle norme palesemente incostituzionali come quella che riguardano i reati di opinione e l'auto dichiarazione di genere. Pensano di aver vinto, invece hanno perso. E lo vedranno in aula nei prossimi giorni. Bisogna fare delle norme contro le discriminazioni e contro le violenze, ma bisogna modificare o cancellare quegli articoli che sono contro la Costituzione e che il Presidente Mattarella non potrebbe mai e poi mai firmare. Come Pirro saranno sconfitti.» Così il senatore Maurizio Gasparri componente del Comitato di Presidenza di Forza Italia

LETTA ESULTA: I NUMERI CI SONO

Esulta il segretario del PD Enrico Letta dopo il voto che porta in Aula il Ddl Zan il 14 luglio. L'ex presidente del Consiglio scrive su Twitter: «Calendarizzato il #DdlZan. Quindi vuol dire
che #iVotiCiSono.

Allora, in trasparenza e assumendosi ognuno le sue responsabilità, andiamo avanti e approviamolo»

DDL ZAN: IL RIASSUNTO DELLA GIORNATA

Dopo un ultimo tentativo di mediazione, firmato dal presidente della Commissione Giustizia del Senato, Andrea Ostellari, il ddl Zan, la legge di contrasto ai reati di natura omofobica, al centro della polemica politica da settimane, arriverà in aula al Senato il 13 luglio.

La legge, che ha già ricevuto l'ok da Montecitorio lo scorso novembre, continua a dividere le forze politiche, che ora sono tutte all'interno della stessa maggioranza, a sostegno del governo Draghi. «Adesso il Senato potrà discutere in modo trasparente questa legge di civiltà e ognuno si assumerà le proprie responsabilità», plaude in serata la capogruppo dem Simona Malpezzi.

Non nasconde il suo disappunto il collega leghista Massimiliano Romeo: «Vi state assumendo la responsabilità di avvelenare il clima della maggioranza, quel testo è divisivo». Tutti si danno ora appuntamento al 13, una data che - visto anche il ricorso previsto al voto segreto - si annuncia come la giornata della lotta all'ultimo voto, con colpi di scena e alleanze 'segretè che potrebbero far deflagrare le forze di maggioranza.

Da una parte restano Lega, Fi e Fdi, da sempre critiche con la norma Zan, accusata di essere una misura di legge liberticida, che penalizzerebbe i reati di opinione, dall'altra l'ex maggioranza giallorossa, con l'asse M5S-Pd saldo, che ora punta a trovare i voti in Senato, per approvare definitivamente la legge.

Oggi in scia Iv e Autonomie, che nonostante dubbi sulle norme, soprattutto espressi dai renziani, hanno scelto di percorrere la strada dell'Aula, invocata da dem e pentastellati. Ma sui cui voti pro o contro gli emendamenti attesi, nessuno è pronto a giurare.


Ultimo aggiornamento: Martedì 6 Luglio 2021, 19:11
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