Coronavirus, il tasso di mortalità mondiale sale al 3.4%: per l'influenza è inferiore all'1%. Gli uomini sono i più colpiti
di Simone Pierini
Leggi anche > Coronavirus: niente abbracci, baci e strette di mano, mantenere distanza di due metri
Leggi anche > Aggiornamenti in diretta
A livello globale i casi sono 90.893 con 3.110 vittime. Nelle ultime 24 ore in Cina sono stati riportati 129 nuovi contagi, il minimo dal 20 gennaio. Fuori dalla Cina, i nuovi casi sono stati 1.848 in 48 Paesi e l'80% è concentrato in solo tre Paesi, Italia, Iran e Corea. Ad oggi, dodici Paesi hanno registrato il loro primo caso e in 21 Paesi c'è un solo caso.
A preoccupare però è il tasso di mortalità mondiale che è arrivato al 3.4% rispetto al numero di contagiati. Numeri ufficiali diramati dall'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms). Per rendere l'idea, il tasso di mortalità dell'influenza stagione, alla quale è il Coronavirus è stato più volte messo a confronto, è inferiore all'1%.
Leggi anche > Coronavirus: dove è nato, quando si è diffuso e come è diventato un virus "umano"
Il Covid-19 non è Sars, non è Mers e non è influenza. È un virus unico con caratteristiche uniche e per questo «la crisi non può essere risolta dall'Organizzazione della sanità da sola o da un Paese da solo, serve collaborazione e coordinamento globale». Lo ha detto Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'Oms durante la conferenza stampa di aggiornamento sull'epidemia di coronavirus Covid-19, ricordando che «sono stati varati protocolli su quello che deve essere fatto e incoraggiamo tutti i Paesi ad attenersi».
Rispetto alla normale influenza, ha spiegato il numero uno dell'Oms, il coronavirus «è più gravè, perchè a livello globale circa il 3,4% dei contagiati è morto, mentre per l'influenza stagionale il tasso di mortalità è inferiore all'1%», e, «mentre abbiamo vaccini per l'influenza, al momento per il Covid-19 non ci sono vaccini e terapie specifiche per la cura, anche se a livello globale oltre venti vaccini sono in fase di sviluppo».
Per quel che riguarda le età delle persone rimaste vittime del Coronavirus il tasso di mortalità resta nettamente più altro per gli ultraottantenni, soprattutto tra coloro che presentavano problematiche pregresse. La percentuale (14,8%) è infatti quasi il doppio rispetto alla fascia di età tra i 70 e i 79 anni e circa quattro volte superiore alla fascia 60-69. Cifre che vanno a crollare scendendo ancora fino a percentuali minime (lo 0,2%) per le persone di età inferiore ai 40 anni.
Particolarmente indicativa la differenza tra uomo e donna. Il sesso maschile appare infatti il più colpito da Coronavirus con un tasso di mortalità del 4,7% contro il 2,8% del sesso femminile. La motivazione alla base di quest'ultimo dato sarebbe riconducibile a un sistema immunitario maggiormente sviluppato tra le donne a cui, ad aggiungersi, ci sarebbe anche il numero dei fumatori, maggiore tra gli uomini che globalmente presentano più casi di problemi respiratori.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 4 Marzo 2020, 17:47
© RIPRODUZIONE RISERVATA