Andrea La Rosa sgozzato e sciolto nell'acido: fermati una donna e il figlio: "Avevano un debito di 38mila euro"

Andrea La Rosa sgozzato e sciolto nell'acido: fermati una donna e il figlio: "Avevano un debito di 38mila euro"
Andrea La Rosa è stato sgozzato. I suoi assassini, che avevano con l'ex calciatore un debito di 38mila euro, hanno anche tentato di sciogliere il cadavere con l'acido ma non ci sono riusciti. Hanno quindi tentato di occultare il cadavere ma sono stati scoperti.

Lo hanno confermato i carabinieri, precisando che i due fermati per omicidio e soppressione di cadavere sono Antonietta Biancaniello e suo figlio Raffaele Rullo, di Quarto Oggiaro (Milano). Andrea La Rosa era scomparso il 16 novembre. Da tempo la Squadra Omicidi dei carabinieri era sulle tracce dei due fermati.



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La Rosa, 35 anni, dopo aver lasciato il calcio giocato era diventato da poco direttore sportivo del Brugherio, un club brianzolo. Era scomparso dal 14 novembre scorso.

IL KILLER HA CERCATO DI IMITARE BRUSCA Raffaele Rullo, l'esperto informatico fermato insieme alla madre per l'omicidio e la soppressione del cadavere di Andrea La Rosa, avrebbe fatto ricerche su internet dal suo ufficio su come il boss mafioso Giovanni Brusca sciolse nell'acido il piccolo Giuseppe Di Matteo, ucciso l'11 novembre del 1996 dopo 25 mesi di prigionia. È quanto è emerso dalle indagini dei carabinieri e dal procuratore aggiunto di Milano Eugenio Fusco. Ai due fermati è contestata la premeditazione.

OMICIDIO PIANIFICATO NEI DETTAGLI Un «omicidio pianificato nei dettagli» quello di Andrea La Rosa, ex calciatore il cui cadavere è stato ritrovato dai carabinieri all'interno di un bidone nascosto nel bagagliaio di un'auto due sere fa. Qui i suoi assassini lo avevano occultato con l'obiettivo di farlo sparire. Allo stato delle indagini, due le persone indagate, sottoposte a fermo perché indiziate di concorso in omicidio e soppressione di cadavere.
Si tratta di Antonietta Biancaniello, 59 anni, e del figlio Raffaele Russo, 35 anni. A chiarire le circostanze del fermo e a fare il punto sulle indagini Michele Miulli, comandante del Nucleo investigativo del comando provinciale del Carabinieri di Milano.


"NON VOLEVANO RESTITUIRE PRESTITO" Non volevano restituire ad Andrea La Rosa un prestito in denaro e per questo lo avrebbero prima sgozzato, nella cantina di casa, e poi avrebbero tentato di scioglierlo nell'acido, senza riuscirci. È l'accusa nei confronti di Raffaele Rullo e sua madre Antonietta Biancaniello, fermati dai carabinieri di Milano su disposizione della Procura Milanese. Ad uccidere sarebbe stato Rullo, con la complicità della madre. I due avrebbero poi acquistato acido per sciogliere il cadavere, riuscendoci solo parzialmente.

PRESTITO DI 38MILA EURO L'ex calciatore di serie C e direttore sportivo del Brugherio Calcio (Monza) aveva prestato un totale di 38mila euro a Raffaele Rullo, il 35enne di Quarto Oggiaro fermato la scorsa notte assieme alla madre per l'omicidio e la soppressione del cadavere di La Rosa. È quanto è emerso nel corso di una conferenza stampa a cui hanno partecipato il pm di Milano Eugenio Fusco, il comandante provinciale dei carabinieri Luca De Marchis e il comandante del Nucleo investigativo di Milano Michele Miulli. Dalle indagini è emerso che il giorno della scomparsa, il 14 novembre scorso, La Rosa avrebbe incontrato Rullo a casa della madre di quest'ultimo per consegnargli 8 mila euro (più di 6 mila euro sono stati ritrovati dai carabinieri). Dell'incontro La Rosa aveva parlato con la sua fidanzata, che conosceva Rullo da tempo, e con un calciatore del Brugherio. Da questi elementi sono partite le indagini che hanno portato ai fermi. Si è saputo anche che in passato l'ex calciatore aveva già prestato 30 mila euro a Rullo, mai restituiti.

Ultimo aggiornamento: Venerdì 15 Dicembre 2017, 17:53
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