Due anni fa si era salvato: ieri la morte in Val Fonda

Due anni fa si era salvato dalla neve, ieri la valanga l'ha ucciso. Tiziano Favero, operaio di 44 anni, morto sotto la neve in Val Fonda, risiedeva a Valle di Cadore e lavorava in una fabbrica di occhiali a Tai. Era persona schiva e riservata, talmente riservata che ieri a Valle tutti si interrogavano su chi fosse lo sfortunato.
Favero aveva una grande passione per la montagna che frequentava in tutte le stagioni. La sua vita era fatta del lavoro in una azienda di piccola minuteria per occhiali e delle escursioni e sciate nel tempo libero.
I vicini di via Chienes, la strada comunale che dalla statale di Alemagna scende verso sud, lo descrivono cosi: «Tiziano era molto pacato, riflessivo e tranquillo. Aveva una immensa passione per la montagna, sapeva quello che faceva. Spesso rinunciava se le condizioni non erano buone, era sempre gentile ed educato e amava la vita all'aria aperta».
Viveva solo Tiziano che fra gli amici aveva molti volontari del Soccorso alpino, partecipava anche alle loro esercitazioni «lo faccio per fare esperienza» aveva detto poco più di due anni fa. Aveva parlato con Il Gazzettino il giorno dopo la valanga di Casera Razzo, gennaio 2013. Anche quel giorno era domenica, era con l'amica Debora Cian di Domegge, loro sono stati testimoni e primi soccorritori nella tragedia che è costata la vita a Luciano Mazzier e che aveva spedito in rianimazione Rolando Milanese, travolti dalla valanga. I giorni successivi Tiziano aveva assicurato: «Non pensavamo che il pericolo di valanghe fosse così alto, doveva essere una passeggiata tranquilla nel bosco».
Il gruppetto di amici quella mattina di gennaio era partito alle 8.30 per risalire con le pelli di foca, raggiunta la cima, tolte le pelli iniziarono la discesa su neve fresca. Il manto è bianco, immacolato, i due compagni, che sono davanti, lasciano il bosco per un percorso conosciuto, fatto tante altre volte, che passa sul canalino sotto Sella Campigotto. «Abbiamo iniziato la discesa -raccontò Tiziano- dovevamo stare nel bosco e invece, noi eravamo ancora dentro, nel bosco, coperti dalle piante», da dove hanno visto partire la valanga, questione di attimi e nella neve ci poteva finire anche lui.
Poco più di due anni e di nuovo una valanga, ma questa volta la sorte non è stata benevola con Tiziano Favero. «Il destino ci aspetta dove meno te lo aspetti» commentava ieri un conoscente del Soccorso alpino del Centro Cadore sconsolato per la terribile notizia. Anche oggi come sempre la raccomandazione degli uomini della montagna è solo una ed è quella che due anni fa ci aveva fatto anche Tiziano: «Non scrivete che la montagna è assassina, è stato un drammatico incidente». Drammatico incidente anche ieri in Val Fonda.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 2 Marzo 2015, 12:53