Quella grande libertà di ricerca espressiva

VENEZIA - In tempi recenti si è sviluppato un ampio dibattito sulla perduta centralità dell'arte mentre appare prevalente l'importanza che viene data alla sola valutazione economica dell'opera. E si parla sempre più spesso della globalizzazione dell'arte e della perduta specificità delle culture estetiche e formali di ciascun Paese. Sembra voler rispondere a questi interrogativi la grande mostra “Frontiers Reimagined” allestita nel Museo di Palazzo Grimani a Venezia. Curata da Sundaram Tagore - pronipote del Premio Nobel 1913 per la letteratura Rabindranath Tagore - la mostra allinea infatti le opere di quarantaquattro artisti, peraltro molto diversi tra di loro, di ben venticinque Paesi. Il progetto espositivo rivela una sorta di intenzione ideologica perché si afferma che “l'arte mette in contatto” e la rassegna “è stata concepita per sensibilizzare i visitatori sui problemi formali che emergono oggi nel mondo artistico”, tendendo ad “annullare le barriere del nazionalismo e dell'etnocentrismo”. Nella più assoluta libertà della ricerca espressiva di ciascun artista, naturalmente, come si vede in mostra. E' difficile descrivere una rassegna così complessa ma si possono segnalare le esotiche ali colorate di Alfredo e Isabel Aquilazan; le suggestionanti fotografie di nudi “lacerati” del tailandese Chotvichai; l'utopistico progetto di “impacchettamento” del fiume Arkansas del famoso Christo; la potente scultura in bronzo dell'americano Tom Doyle; le rigorose campiture di colore di Vittorio Matino, l'unico italiano in mostra. Ne emerge un panorama espressivo vasto e articolato, denso di spunti riflessivi e sollecitazioni emotive. Come ad esempio nella grande fotografia di un iceberg di Sebastiano Salgado; nella storica opera Pop “Selezione” del 1987 di Robert Rauschemberg, nella sorprendente immagine elaborata di “Vulcano e Cupido” di Vik Muniz e, infine, nella impressionante distesa di case di una favela di Rio de Janeiro nella fotografia di Robert Polidori. Una esposizione che tenta di offrire una visione globale della ricerca artistica contemporanea che, pur nelle diversità estetiche ed immaginative, conferma tuttavia la evidente intenzione poetica che ancora la pervade.
Enzo Di Martino

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Ultimo aggiornamento: Sabato 21 Novembre 2015, 12:55