Lotti: «Non accetto lezioni di moralità»

Alessandra Severini
Il ministro dello Sport Luca Lotti rimane al suo posto. Il Senato ha bocciato con 161 no e 52 sì la mozione di sfiducia presentata dal M5S a seguito del coinvolgimento del fedelissimo renziano nell'inchiesta Consip. Nella sua difesa, Lotti ha negato di aver passato informazioni riservate o di aver rivelato segreti e denunciato la strumentalizzazione di chi «ha l'obiettivo di colpire non me ma lo sforzo riformista» della stagione renziana. La maggioranza lo ha difeso, mentre i fuoriusciti dal Pd, come annunciato, non hanno partecipato al voto, anche se chiedono al premier Paolo Gentiloni di togliere le deleghe, soprattutto quella del Cipe, a Lotti. Stessa scelta per Forza Italia. I pentastellati, pur sapendo fin dall'inizio che la loro mozione non sarebbe passata, continuano ad attaccare. «Se è calunniatore Marroni - incalza la grillina Paola Taverna - perché lasciarlo al suo posto a capo degli appalti pubblici? Marroni ha detto che non intende ritrattare e allora o è un bugiardo Lotti oppure è un bugiardo Marroni: per logica uno dei due dovrebbe andare a casa».
Nell'indagine infatti l'amministratore delegato di Consip Luigi Marroni ha detto che Lotti gli avrebbe rivelato l'esistenza di un'indagine su Consip. Ma il ministro lo nega e sfida il dirigente a dimostrare le accuse, minacciando di procedere per il reato di calunnia. La contraddizione evidenziata dal Movimento 5 stelle in effetti rimane ed è assai probabile che il Pd abbia deciso di scaricare Marroni. Difficile dunque una sua riconferma alla guida della Centrale degli acquisti della pubblica amministrazione in vista della ormai prossima tornata di nomine nelle aziende partecipate.
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 16 Marzo 2017, 05:00