Mattia Toson aveva sparato appena due giorni prima l’omicidio di Thomas Bricca e anche in quell’occasione aveva dimostrato le sue abilità di tiratore. Era in grado di sparare quattro colpi in quattro secondi, per due serie di fila, centrando il bersaglio, anche a distanza di 30 metri. Sia con il fucile che con la pistola. È quanto emerso ieri mattina nel corso dell’udienza del processo in Corte d’Assise a Frosinone sul delitto di Alatri. Padre e figlio imputati, per la prima volta, hanno preso parte al dibattimento in collegamento video dalle rispettive carceri - Mattia a Rebibbia, Roberto a Velletri - dove sono ristretti dal luglio scorso con l’accusa di omicidio volontario.
I VIDEO DELLE ESERCITAZIONI
A parlare dell’abilità di Mattia con le armi è stato il luogotenente Gianluca Marchetti, del Nucleo investigativo della Compagnia dei carabinieri di Frosinone e istruttore di tiro militare. L’investigatore dell’Arma ha raccontato che nello smartphone sequestrato al 22enne vennero trovati quattro video che lo riprendevano mentre si esercitava al poligono di tiro al Giglio di Veroli. Mattia Toson, ha detto il luogotenente, andò al Poligono anche la mattina del sabato 28 gennaio. Due giorni prima dell’omicidio. I video sono stati mostrati in aula.
«Quello che ci ha colpito esaminando i video - ha spiegato il carabiniere - è stata l’estrema rapidità con cui Mattia Toson colpiva i bersagli a distanze differenziate che andavano dai 14 ai 30 metri. Dalla postura emerge la piena consapevolezza e maneggevolezza con cui utilizzava l’arma, sicuramente un tiratore non occasionale». Trovato anche un video in cui al Poligono si esercitava Roberto Toson, padre di Mattia: «Nel suo caso - ha detto il luogotenente Marchetti - non è emersa un’abilità particolare».
Omicidio di Thomas, in aula l'amico dei Toson e il medico legale
I TABULATI TELEFONICI
Al centro dell’udienza anche il giallo degli smartphone spenti.
IL CASCO
Infine le intercettazioni dei nonni. Il nonno Luciano Dell’Uomo è indagato per aver fatto sparire la memoria del sistema di videosorveglianza della casa alle Fraschette. Perché è sparita la scheda? In una intercettazione, ha riferito ieri un altro carabiniere del Nucelo investigativo, l’uomo manifesta alla moglie Luciana Coccia il timore che nell’hard disk delle telecamere sia rimasta l’immagine di un casco. Di più non è emerso. In un’altra intercettazione i nonni di Mattia dicono che bisogna far sparire «quella cosa che sta sotto le tegole». I carabinieri stavano seguendo i loro spostamenti e vicino all’ex campo di concentramento delle Fraschette troveranno una busta con dentro un pistola scacciacani senza tappo e un cellulare.
Ultimo aggiornamento: Sabato 4 Maggio 2024, 08:37
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