La pandemia di Covid sta per finire? «Competizione tra varianti è buon segno». Il nuovo studio: cosa sappiamo

La 'zuppa' di varianti​ in cui ci troviamo immersi oggi, a oltre tre anni dalla comparsa della prima versione del virus, potrebbe portarci definitivamente fuori dalla pandemia

La pandemia di Covid sta per finire? «Competizione tra varianti è buon segno». Il nuovo studio: cosa sappiamo

di Domenico Zurlo

La pandemia di Covid sta per finire? La 'zuppa' di varianti in cui ci troviamo immersi oggi, a oltre tre anni dalla comparsa della prima versione del virus Sars-CoV-2, potrebbe portarci definitivamente fuori da una pandemia che ha visto dall'inizio del 2020 milioni di casi, anche in Italia. «È verosimile che ci stiamo dirigendo verso una nuova era in cui il virus pian piano ridurrà le sue caratteristiche di diffusività e letalità», spiega Fabio Angeli, docente di Malattie dell'apparato cardiovascolare.

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Da Wuhan ad Arturo, pandemia finita?

Punta infatti sulla competizione tra varianti come fattore in grado di decretare la fine dell'incubo Covid l'ipotesi prospettata da due studi italiani condotti da scienziati dell'università degli Studi dell'Insubria, come spiega appunto lo stesso Angeli, che ha coordinato il gruppo di ricerca. Il lavoro degli esperti è pubblicato sulla rivista 'European Journal of Internal Medicine' e si concentra sulle varianti di Sars-CoV-2 in un viaggio dal virus Wuhan ad Arturo, l'ultima 'figlia' di Omicron (un ricombinante) che sta guadagnando terreno in particolare in alcune aree come l'India.

Le analisi dei ricercatori italiani aprono all'ipotesi che la competizione tra nuove varianti del Sars-CoV-2 possa portare alla riduzione, seppure graduale, di mutazioni minacciose per l'uomo. Uno dei due lavori è uscito oggi e analizza l'evoluzione del virus dal 2020 ai tempi odierni, raccontando proprio come, negli ultimi mesi, le nuove varianti siano entrate in competizione tra loro, aprendo un nuovo scenario di speranza. Lo studio fa seguito a un articolo uscito nelle settimane scorse sempre sull'European Journal of Internal Medicine, nel quale gli studiosi avevano preso in esame gli effetti delle mutazioni sulla variante Kraken. Entrambi i lavori sono firmati da Angeli con Martina Zappa, biotecnologa dell'università dell'Insubria, e Paolo Verdecchia, ricercatore cardiovascolare di Perugia.

«Nonostante il fatto che il meccanismo responsabile dell'infezione sia rimasto sostanzialmente immutato, l'evoluzione del virus osservata negli ultimi tre anni - commenta Angeli - è stata caratterizzata da numerose mutazioni che di fatto sono entrate in 'guerrà tra di loro. Ma negli ultimi mesi, questa competizione non ha portato alla dominanza assoluta di particolari varianti. Attualmente lo scenario pandemico è caratterizzato da un 'brodò di diverse varianti, che fa ipotizzare (grazie ai risultati di complessi modelli matematici) una graduale riduzione nel tempo della probabilità di nuove mutazioni responsabili di maggiore diffusione ed aggressività del virus».

Lo studio dell'Insubria sta quindi ipotizzando che la competizione tra varianti possa decretare la fine della pandemia? «È verosimile - ribadisce Angeli - che ci stiamo dirigendo verso una nuova era in cui il virus pian piano ridurrà le sue caratteristiche di diffusività e letalità.

Questa ipotesi dovrà essere valutata nel tempo, continuando a monitorare il Sars-CoV-2 e cercando di spiegare gli effetti delle restrizioni e della vaccinazione anti-Covid sulle mutazioni e caratteristiche del virus». 


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 19 Aprile 2023, 17:39
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