Davide, ucciso a 17 anni da un carabiniere.
Il video dopo il dramma: giovani fuggono inseguiti

Ucciso da un carabiniere, il video dell'inseguimento

di Marco Zorzo
MILANO - Spunta il video che scatena una nuova bufera sulla morte di Davide Bifolco. Tre testimoni che descrivono una scena che non somiglia a quella ricostruita dai carabinieri. A raccogliere le dichiarazioni dalle quali emergerebbe un quadro diverso, l’avvocato Fabio Anselmo, gi legale della famiglia Cucchi, che ora assiste i familiari di Davide, che reclamano giustizia per la morte del figlio 17enne ucciso da un carabiniere con un colpo di pistola durante un inseguimento al Rione Traiano a Napoli.





Il legale ha svolto una propria attività di indagine, sentendo sia due amici di Bifolco, sia un terzo presunto testimone oculare «che non ha alcun rapporto di parentela con la famiglia della vittima» e che non si sarebbe ancora presentato agli inquirenti per farsi interrogare.











Le immagini mostrano un carabiniere che poco dopo l’accaduto entra nel locale e, pistola alla mano, ordina a tutte le persone presenti nel locale di rimanere fermi con le mani in alto. Una circostanza sulla quale fonti dell’Arma hanno fornito una spiegazione: il militare non è quello indagato per la morte di Davide ma l’autista della Radiomobile e le immagini riguardano il tentativo di catturare Arturo Equabile che, dopo la fuga in motorino, avrebbe cercato di confondersi tra i frequentatori della sala giochi riuscendo poi nella confusione a dileguarsi.



I carabinieri sottolineano altresì che la circostanza del tentativo di arresto del latitante già dalle primissime fasi delle indagini è in un atto istruttorio del pubblico ministero, in quanto riferita al magistrato sia dal carabiniere che intervenne nel locale, sia dal suo collega. Per quanto riguarda gli approfondimenti dell’avvocato Anselmo, i giovani sosterrebbero tutti la versione secondo cui il militare avrebbe puntato l’arma contro Bifolco che fuggiva. Diversa la versione del carabiniere, indagato per omicidio colposo, il quale afferma che il colpo è partito accidentalmente mentre per un braccio cercava di immobilizzare Triunfo.

E per Luigi Bobbio, per anni pm anticamorra a Napoli «la vera vittima è il carabiniere».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 8 Settembre 2014, 09:45
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