Concordia, Schettino si commuove in aula:
"La mia scelta: morire o salire sulla scialuppa"

Concordia, Schettino piange in aula: "Dovevo scegliere, scialuppa o morte"
GROSSETO - Uno Schettino dimesso in aula. Abbassa il capo e si commuove per un momento quando, stamani, interrogato al processo di Grosseto, ha ricordato le fasi del definitivo ribaltamento della Concordia al Giglio e di come lasciò, su una scialuppa, la nave.







«Purtroppo ci furono persone rimaste incastrate tra i terrazzini - ha detto aggravando il tono della voce e abbassando lo sguardo - Sono momenti indimenticati». «In quel momento tra morire, tuffarsi, cadere, sono andato sulla scialuppa», ha detto Schettino.







"PRONTO A MIA QUOTA DI RESPONSABILITÀ"

«Sono pronto ad avere la mia quota di responsabilità»: così Francesco Schettino in un passaggio del suo interrogatorio, stamani, quando ha parlato delle operazioni di ammaino ed evacuazione della nave. Tuttavia il «successo dell'operazione dipendeva anche dagli uomini nei posti-chiave», ha aggiunto. Schettino lo ha detto in conclusione di interrogatorio da parte dei suoi difensori.



"SERVÌ CORAGGIO SOTTO NAVE CHE RIBALTAVA" «Servì avere coraggio a stare sotto la Costa Concordia che stava ribaltando», «tranne le scialuppe e l'equipaggio della Concordia, nel mare del Giglio non ho visto altre scialuppe, imbarcazioni che fossero venute sotto la nave che stava abbattendo». Lo ha ricordato Francesco Schettino nel suo interrogatorio al momento di parlare delle fasi dell'abbandono della nave mentre la Concordia si ribaltava davanti al porto del Giglio dove si era fermata. Schettino ha anche ricordato che «non essendoci nessuno, tutti erano andati via, chiamai la capitaneria di Porto S.Stefano per dire che la nave si era abbattuta, e che, se c'è gente in acqua, venite a perlustrare la zona tra terra e nave. È l'unica cosa che potevo fare in quel momento» considerando che «ovviamente la nave in quella posizione, coricata su un fianco, ci mette del tempo per affondare»



SCHETTINO, "ORA UFFICIALI COMUNICANO 'THINK LOUD'" Dopo il naufragio della Costa Concordia «sono cambiate le metodiche di comunicazione in plancia», ha detto Francesco Schettino rispondendo ad una specifica domanda di un difensore nel suo interrogatorio che si sta andando a concludere al processo di Grosseto. «Da quanto mi risulta - ha detto Schettino che non naviga più dall'incidente del 13 gennaio 2012 al Giglio - ora c'è il metodo 'think loud', 'pensare ad alta vocè, cioè nel momento in cui si sta facendo qualcosa se ne parla ad alta voce agli altri» che si trovano sul ponte di comando. Secondo Schettino è una misura attivata proprio sulla base dell'esperienza della Costa Concordia.
Ultimo aggiornamento: Sabato 13 Dicembre 2014, 17:39
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