Libia, l'ambasciatore egiziano a Londra:
“Rischio barconi di terroristi verso l'Italia”

Libia, ​"rischio di barconi di terroristi verso l'Italia” -Leggi

di Mario Fabbroni
ROMA - L'Isis vuole utilizzare la Libia per portare «il caos nel sud dell’Europa». Lo rivela il Daily Telegraph, citando documenti segreti dei jihadisti. Una vera e propria minaccia che rischia di trasformare il Mediterraneo nel “mare della paura”. Secondo uno dei principali reclutatori dello Stato islamico, infatti, l'Isis vuole infiltrarsi sui barconi di immigrati e attaccare le «compagnie marittime e le navi dei Crociati».





La grande quantità di armi che circolano nel Paese e la sua vicinanza con «gli stati crociati» rendono la Libia il punto di partenza ideale per l'Isis, scrive Abu Arhim al-Libim nel documento di cui il “think tank” anti-terrorismo britannico Quiliam è entrato in possesso.

Tuttavia gli 007 occidentali avvertono che, finora, non vi sono segnali di infiltrazioni «nei barconi dei disperati».



Ieri si è tenuta l'informativa alla Camere del ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, che si traduce in un «fare presto», un accorato appello alla comunità internazionale e alle Nazioni Unite a «prendere coscienza della necessità di raddoppiare gli sforzi» e «a cambiare passo». In Libia bisogna agire in fretta, la situazione si aggrava di giorno in giorno con il rischio di una «saldatura» tra gruppi locali e l'Isis e il tempo a disposizione «non è infinito». Solo che la soluzione non può che essere politica, nessuno vuole avventurarsi in crociate.



Anche l’ex presidente della Repubblica Napolitano è intervenuto nel dibattito: «Non possiamo tirarci indietro, l’Italia deve fare come nel 2011». L’affaire Libia ieri è stato al centro del dibattito in seno al Consiglio di Sicurezza dell’Onu. L’Italia è pronta ad assumere un ruolo guida nella cornice dell’iniziativa Onu, ha detto ai delegati il nostro rappresentante permanente, Sebastiano Cardi: «Siamo pronti a contribuire al monitoraggio di un cessate il fuoco e al mantenimento della pace».



Ma ieri è stato anche il giorno dell’escalation egiziana in Libia: le forze armate del Cairo hanno lanciato un attacco via terra contro Derna, la capitale libica del Califfato, dopo due giorni di pesanti raid aerei contro l'Isis. Stime ufficiose parlano di «155 jihadisti uccisi» nel raid e altri 55 catturati e trasferiti in Egitto. Distrutta interamente una base operativa. Mentre Sirte, dopo una ridda di voci incontrollate, resterebbe ancora sotto il controllo dello Stato islamico. Gli inglesi sostengono che i suoi miliziani «non si sono ritirati, ma mantengono un basso profilo». Altre fonti, su Twitter, pubblicano le foto di alcuni pickup con la bandiera nera del Califfato in parata ieri nella città.



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Ultimo aggiornamento: Giovedì 19 Febbraio 2015, 09:21
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