Festeggia su Fb la morte di Aylan: "Un rifugiato
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Festeggia su Fb la morte di Aylan: "Un rifugiato non basta". Ecco cosa gli è successo
BERLINO - Aylan Kurdi, il bimbo siriano di 3 anni, annegato nei giorni scorsi nel Mar Egeo, insime al fratellino Galip di cinque anni e alla madre Rehan, ha scosso profondamente le nostre coscienze.



Le nostre, e di chiunque abbia un briciolo di sensibilità, un minimo di umanità. Un dramma come tanti, è vero, che purtroppo non è il primo e non sarà neanche l'ultimo, ma spesso per capire bene alcune piaghe sociali, alcune problematiche mondiali, le persone hanno bisogno di attribuire un volto, un'icona a ciò che sta accadendo.







E così è stato: l'opinione pubblica, profondamente colpita dalla vicenda, ha mostrato solidarietà, soprattutto nel luogo dove le persone possono dare libero sfogo al proprio ego: il social network.



Proprio sul più popolare, Facebook, un ragazzo di 26 anni è riuscito a cacciare il peggio di sè, addirittura esultando per la vita spezzata del piccolo Ayan.



Come riportato dal quotidiano tedesco 'Tagesspiegel', il ragazzo ha scritto: "Noi non lo piangiamo ma celebriamo. Un rifugiato non basta". Non è stato difficile per gli inquirenti riuscire a risalire all'esatta posizione geografica del ragazzo e ad arrestarlo, oltre a sequestrargli il computer.





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Festeggia su #Facebook la morte di #Aylan:"Un rifugiato non basta".

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Posted by Leggo - Il sito ufficiale on Domenica 6 settembre 2015

Ultimo aggiornamento: Lunedì 7 Settembre 2015, 11:38
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