Honduras, l’isola caraibica di Roatán da fare lontano dal caos di West Bay Beach e West End

Venerdì 3 Maggio 2024, 10:38

Al santuario del Gumbalimba Park tra scimmie cappuccino, pappagalli e iguana nere

Se Roatán è una destinazione già popolare per il diving e lo snorkeling, esperienza che è possibile simulare anche da dentro una barca con lo scafo dalle pareti trasparenti, sono tante altre ancora le esperienze nella natura che l’isola può offrire, anche sulle tracce della storia. Come le immersioni alternative nel mondo dei maya e del cioccolato artigianale o in quello dei pirati e dei santuari della biodiversità. Tutte realtà che non sono preda dell’overtourism e che, soprattutto, si distinguono per un approccio rispettoso verso l’ambiente e chi lo abita. Non è il caso di Anthony’s key, dove dei delfini sono tenuti in cattività con l’esca del cibo a profusione, per vendere selfie-ricordo mentre i cetacei si prestano ad attività di intrattenimento antropico come le piroette. A Roatán esistono buone pratiche come il Gumbalimba Park, ad esempio, per immergersi con cura e riguardo nella casa di tanti animali. Al suo interno si visita l’insettario, per ammirare incredibili esemplari di farfalle nelle teche, alcune delle quali stupefacenti, per i colori fluo e per i loro corpi dalle insolite somiglianze: seppur in scala ridotta, a volte sembra di vedere il muso dei cani Dalmata o dei gufi. Si continua l’avventura nella zona del parco popolata da scimmie cappuccino e pappagalli tropicali, con cui interagire, ma solo seguendo le indicazioni dei custodi. Emozionano gli incontri ravvicinati e le foto-ricordo ammessi, ma attenzione ad alcune accortezze: mai portare oggetti che possano catturare lo sguardo dei primati e guai a muoversi troppo con i volatili addosso. Il rischio di forti beccate e morsi altrimenti è molto elevato. Preziosa è poi la possibilità di osservare da vicino le iguana nere, essendo un’unicità dell’isola di Roatán. La specie endemica è carnivora, a differenza di quella verde, e si nutre di rane e dei suoi simili. È chiamata dalla gente del posto “Michael Jackson”, perché nasce con la pelle scura che si schiarisce nel tempo con l’insorgere di macchie bianche, ed è protetta. Quando nei menu dei ristoranti della capitale Tegucigalpa si trova come portata la sopa de garrobo, infatti, l’iguana usata è di importazione (in genere dalle Isole Cayman). Ricco di storie è invece il museo del Gumbalimba Park che racconta le origini di Roatán, isola non distante da Guanaja, quest’ultima parte del dipartimento di Islas de la Bahía dove sbarcò Cristoforo Colombo quando scoprì l’Honduras. In principio il territorio fu abitato dai Pech, indigeni discendenti dei più celebri Maya. Nei secoli, poi, a raggiungerla ci pensarono i colonizzatori inglesi e i temutissimi pirati, da John Cox a Henry Morgan, che nelle numerose cave della remota terra in mezzo al Mar dei Caraibi venivano a nascondere l’oro. Non era prezioso come questo metallo, ma valeva molto come merce di scambio, un altro tesoro tipico del luogo: i semi di cacao. Usati prima dai Maya al posto delle monete per procacciarsi cibo e attrezzature, dal pomodoro (che valeva un seme) al coniglio o al tacchino (che si ottenevano rispettivamente con 100 e 200 pezzi, come per una canoa), nel tempo gli stessi divennero protagonisti della produzione artigianale di cioccolata. Come nel negozio Mayak Chocolate, di fronte al bizzarro Los Corales Hotel, struttura ricettiva con una gigante tartaruga sul tetto come copertura. L’insegna “bean to bar” dove si fanno dimostrazioni per i turisti focalizzate sulla preparazione del prodotto, con degustazione finale di tutte le varianti che si possono acquistare, è da non perdere. E se si vuole riportare a casa una leccornia tipica e premiata, la barretta 65 Dark Tamarindo, con tanto di riconoscimento all’International Chocolate Awards 2023, è la scelta giusta. Un altro souvenir, ma con l’effetto sorpresa al momento dell’acquisto, è un bijoux che omaggia il bel mare caraibico: a intrecciare perle e conchiglie per dare forma ad anelli e a collane sono alcuni italiani, designer titolari di diverse gioiellerie disseminate sull’isola.

Due pappagalli del Gumbalimba Park

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