Stefano Bronzini, il rettore dell'Università di Bari si aumenta lo stipendio (da quasi 72mila euro) del 128%: «Tutti dovrebbero farlo»

L'aumento proposto segue le direttive di un decreto governativo, il Dpcm 143 del 2022 promulgato sotto il governo Draghi

Stefano Bronzini, il rettore dell'Università di Bari si aumenta lo stipendio (da quasi 72mila euro) del 128%: «Tutti dovrebbero farlo»

di Redazione web

A Bari si accendono le polemiche in seguito alla decisione del consiglio di amministrazione dell'Università Aldo Moro di incrementare significativamente l'indennità del rettore Stefano Bronzini. La misura, che prevede un aumento del 128%, porterebbe lo stipendio del rettore dagli attuali 71.856 euro a 160.000 euro annui. La decisione, anticipata dal Corriere del Mezzogiorno e confermata dall'università stessa, ha suscitato un acceso dibattito tra la comunità accademica e la cittadinanza.

Lo stipendio più che raddoppiato

Nonostante l'approvazione interna da parte del cda, l'incremento salariale non è ancora definitivo, in quanto necessita del benestare del Ministero dell'Economia e delle Finanze (Mef), che dovrà esaminare la documentazione pertinente prima di dare il via libera. Uniba ha chiarito che l'aumento proposto segue le direttive di un decreto governativo, il Dpcm 143 del 2022 promulgato sotto il governo Draghi, che ha modificato le regole relative alla gestione dei rettori, attribuendo loro maggiori responsabilità, inclusa la firma del bilancio annuale dell'ateneo. L'università ha inoltre spiegato che, oltre all'indennità del rettore, è stato deliberato anche un aumento per le indennità dei consiglieri e dei senatori accademici, in linea con le nuove responsabilità assunte.

Il rettore

​Con la prossima udienza ministeriale e l'analisi dei dettagli del caso, le prossime settimane saranno cruciali per determinare l'esito di questa controversa questione, nel frattempo il rettore Stefano Bronzini ha chiarito la sua posizione: «Tutti dovrebbero tutelarsi con un’assicurazione che sia in grado di coprire i costi delle responsabilità. L’adeguamento dell’indennità è collegato a una nota del Mur che noi abbiamo messo in applicazione. Ora attendiamo responsi dal Mef. Tutto ciò non è un automatismo: quando finirà questo iter dovremo decidere. Magari varrà tutto a partire dal primo ottobre 2025, quando il mio sessennio sarà concluso».

Poi ha precisato: «Abbiamo applicato una nota ministeriale dopo aver compiuto tutti i passaggi in ateneo, compreso quello con i revisori dei conti.

Abbiamo mandato la nota al Mef e ora spettiamo il responso, ovvero l'effettiva possibilità di applicazione». Bronzini chiarisce che «non c'è variazione di spesa» perché si tratta di fondi già previsti dal bilancio che consentono di investire negli organi collegiali. «Dato che però questa situazione tocca le corde della sensibilità - evidenzia - occorre chiarire che abbiamo applicato una norma secondo le tabelle ministeriali che premiano gli atenei». «Io - prosegue Bronzini - metto la firma su svariati milioni di euro», una responsabilità che «si estende a tutto il personale, circa tremila persone, a 42mila studenti, a 700mila metri quadri di strutture, di cui 600mila coperti, agli appalti». Bronzini ricorda che «abbiamo sedi territoriali dal Gargano al Salento, un'azienda in Basilicata, quindi una complessità enorme». «Mi sarei augurato - evidenzia - che una figura apicale con moltissime responsabilità, cosa che riguarda anche chi resterà dopo di me, sia considerata in modo proporzionale rispetto ai tempi». Quanto all'eventuale retroattività dell'aumento, Bronzini spiega che la nota ministeriale indica il 2022. «Se avremo il responso positivo, decideremo come applicarla - conclude -. Aspettiamo le valutazioni che si fondano anche sulla situazione del bilancio, che è virtuosa». 

I precedenti

La decisione dell'Università di Bari riflette una tendenza osservata anche in altre istituzioni accademiche italiane accolte con lo stesso carico di polemiche. Lo scorso dicembre l'aumento dell'indennità del rettore del Politecnico, Francesco Cupertino, passata da 36mila a 121mila euro. Le stesse scatenate precedentemente dall'aumento, poi congelato, dello stipendio del rettore dell'Università del Salento, Fabio Pollice, che sarebbe dovuto passare da 21mila a 125mila euro annui.


Ultimo aggiornamento: Sabato 4 Maggio 2024, 15:33
© RIPRODUZIONE RISERVATA