Guerrina Piscaglia è morta strangolata da padre Graziano, ma il corpo non è stato mai trovato. Il marito: «Vorrei pregare sulla sua tomba»

Passati dieci anni, il tribunale di Arezzo potrebbe dichiarare la morte presunta ma non sarà fatto visto che la certezza del decesso è evocato dalla sentenza di condanna a 25 anni per omicidio volontario

Guerrina Piscaglia è morta strangolata da padre Graziano, ma il corpo non è stato mai trovato. Il marito: «Vorrei pregare sulla sua tomba»

di Redazione web

Sparì 10 anni fa, 1 Maggio 2014, da Ca' Raffaello, borgo rurale aretino enclave della montagna di Rimini, un'isola di Toscana dentro la Romagna. Da allora Guerrina Piscaglia, 49 anni, non ha più fatto ritorno a casa. Passati dieci anni, il tribunale di Arezzo potrebbe dichiarare la morte presunta ma non sarà fatto visto che la certezza del decesso è evocato dalla sentenza di condanna a 25 anni per omicidio volontario - e anche per occultamento di cadavere - per il frate congolese Gratien Alabi, 54 anni, ex parroco a Ca' Raffaello e consocoiuto come padre Graziano. L'ex religioso - già ridotto allo stato laicale - sconta la pena nel carcere di Opera (Milano).

«Spero un giorno di poter pregare sulla tomba di mia moglie», dice al Corriere della Sera il vedovo di Guerrina, Mirko Alessandrini, che ha chiesto un risarcimento in sede civile di un milione di euro alla diocesi. «Padre Graziano aveva da tempo una relazione morbosa con Guerrina. Uno strano amore, perché frequentava continuamente prostitute. I vertici religiosi sapevano quale fosse la sua natura. Noi abbiamo chiesto i danni all’omicida, come responsabile diretto. E allo stesso tempo abbiamo fatto causa alla diocesi di Arezzo-Cortona Sansepolcro e all’Ordine dei padri Premostratensi a Roma, perché sono stati loro a dare l’incarico a quel prete e gli hanno affidato una funzione liturgica. Dunque, come recita la giurisprudenza, se il delitto si è consumato nell’esercizio delle funzioni, paga anche l’istituzione. È accaduto anche sulle violenza nei confronti dei minori. A risarcire le vittime sono stati il responsabile e l’istituzione a cui ha appartenuto».

La scomparsa di Guerrina

La vicenda partì male subito. La denuncia di scomparsa fu fatta mesi dopo. Badia Tedalda, comune di montagna dove la donna viveva, è un posto fuori da tutto. Quando Guerrina sparì, nessuno se ne preoccupò. Lì per lì la gente del posto pensò a un allontanamento volontario, magari per poco. E poi la donna da mesi sembrava un'altra, strana, a parenti e paesani. Dopo quasi tre mesi le sorelle concludono però che Guerrina non se ne era andata via spontaneamente e fanno denuncia formale ai carabinieri. A scoppio ritardato partirono le ricerche e, con esse, pur lentamente, l'eco mediatica che fece salire cronisti e tv al borgo sperduto.

Ci sono indagini e scatta gradualmente il tam tam che ancora suscita gravi dubbi. Dove finì Guerrina fra pascoli e boschi? Dov'è il corpo se la giustizia dice che il parroco la uccise e lo nascose? Qualcuno forse sa tutto e ha sempre taciuto? Domande sempre attuali.

La presunta relazione con il parroco

Le indagini, condotte dal pm Ersilia Spena e poi da Marco Dioni ipotizzarono un legame tra Guerrina - madre di Lorenzo, oggi 33enne, e moglie del 54enne Mirko Alessandrini - e padre Graziano. Relazione negata, poi ammessa dal frate che però si è sempre professato innocente riguardo al destino finale di lei. Furono trovate molte telefonate e ben 4.027 messaggi tra loro in quattro mesi, tra cui quello più noto «Ho cucinato il coniglio per te». Quando l'1 Maggio 2014 Guerrina esce di casa, dopo il pranzo a casa dei suoceri, è ben vestita, d'altronde era giorno di festa. Taluno dirà al processo che si era avviata verso la canonica, altri lungo la strada Marecchiese. Racconti opposti. Di fatto da quel momento nessuno la vede più e tracce non vengono fuori. Gli abitanti a Ca' Raffaello sono pochi, altri testimoni non emergono.

L'arresto di padre Graziano

L'arresto di padre Graziano arriva a fine 2014 dopo circa sei mesi. Il pm Dioni lo accusa in un processo indiziario, ascolta molti testi, arriva a incastrare Graziano con un messaggio scritto in italiano improbabile di un personaggio senza volto ovvero un fantomatico 'zio Francesco'. La posizione del religioso crolla. La condanna in primo grado è 27 anni, scesi a 25 in appello confermati in Cassazione. Per i giudici Graziano uccise la donna in un impeto di rabbia, dopo la richiesta di lei a consolidare la loro storia sotto la minaccia di dire tutto ai superiori. L'ex frate - intanto ridotto allo stato laicale - avrebbe poi fatto sparire il corpo e depistato le indagini. Padre Graziano si è sempre detto innocente. Dieci anni dopo c'è ancora la causa civile per il risarcimento ai parenti, il marito, il figlio, le sorelle, oltre il milione di euro. Mirko Alessandrini ha lasciato Ca' Raffaello e vive col figlio a Sansepolcro; al suo avvocato Nicola Detti avrebbe riferito: «In certe sere Guerrina mi manca molto».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 3 Maggio 2024, 10:26
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