All’inizio sembrava una specie di mito, una suggestione che ai siciliani trasmetteva altro orgoglio e pure un meritato senso di rivincita: «Adesso i turisti vengono qui perché vedono le serie tv ambientate nella nostra isola. Vedrete, sarà un boom». La solita tiritera sullo sviluppo turistico e la svolta economica possibile se ricollegata alla storia e agli investimenti fatti in cultura. Nient’affatto. Sospetti trasformati in certezze, per di più con numeri alla mano. Ma siccome qui la testardaggine è di casa, allora non bastava farselo raccontare dagli americani e dai canadesi incontrati tra spiagge, templi e cantine la scorsa estate. E infatti c’è chi è andato a verificare di persona. Gabriele Vallone, un 23enne che insieme ai fratelli ha deciso di progettare un futuro diverso per l’azienda agricola di famiglia nei dintorni di Alcamo, ha raccolto (altre) prove direttamente a New York. «Bastava pronunciare la parola Sicilia e chiunque tirava in ballo “The white lotus”: tutti avevano visto la serie e tutti sembrava che conoscessero i luoghi della nostra terra. Il risultato mi ha sorpreso e infatti nelle settimane scorse ho firmato il primo contratto legato alle serie tv. Ora abbiamo un secondo importatore americano. E sapete cosa mi ha detto? Che il nostro vino, il Catarrato, ora negli States va di moda».
Il boom grazie all'assist della tv
La famosissima serie ha scatenato in due stagioni le fantasie di migliaia di viaggiatori che ora fanno a gara per ripercorrere i luoghi in cui sono ambientate le scene più belle, per passare una notte negli hotel che compaiono nel set, nei ristoranti e nelle cantine. Il boom lo hanno già registrato prima sul versante etneo dell’isola, dove infatti si ritrova la maggior parte delle location delle puntate. Ma l’assist televisivo lo raccolgono anche nella parte occidentale, dove la palla in porta la tira un nuova generazione di agricoltori con il piglio da imprenditori moderni. Studi e strategie, comunicazione e nuovi mercati. Intorno al vino, da queste parti, si è creato un laboratorio nucleare di idee. Con un approccio nuovo: «Lavoriamo tutti insieme, anche se rappresentiamo aziende diverse - racconta Maria Possente, che esporta tra Canada e Giappone olio extravergine e vini selezionatissimi - Non ci sentiamo concorrenti, condividiamo le idee, spesso persino i segreti, collaboriamo ogni giorno e così il successo diventa del territorio. Siamo piccoli imprenditori e tutti insieme creiamo una grande impresa, quella locale».
Non solo "The White Lotus"
Oltre al gigantesco spot di “The white lotus”, ora tra Alcamo e Marsala cavalcano un altro successo letterario che sarà presto anche televisivo. “I Leoni di Sicilia” e la saga della famiglia Florio sono già un consolidato fenomeno in libreria e dalla penna di Stefania Auci il racconto approda su una nuova serie tv.
La rivincita della Sicilia
Turismo e vino, la nuova rivincita. Il successo parte dalla riscoperta di vitigni tradizionali, dalla recupero di terreni per decenni trascurati e più difficili da lavorare e dal racconto delle grandi storie. La Sicilia apre il suo scrigno e nasce un festival (idea del Comune di Alcamo e dell’enoteca regionale) lungo più di un weekend, che parla di vino e consente di scoprire monumenti, aziende storiche e nuovi protagonisti. «Ero andato via da Alcamo non solo per studiare ma anche perché quell’agricoltura che si praticava da queste parti mi pareva che non mi avrebbe mai potuto dare soddisfazione - racconta il trentottenne Guido Grillo, che con i suoi vini naturali vende esperienze e anche un pezzetto di storia siciliana - Qui allora tutti realizzavano lo stesso prodotto e l’unico obiettivo era quello di accumulare una certa quantità di uva, per poi rivendere e guadagnare. Tutta l’uva del territorio finiva nelle maxi botti delle cantine sociali. Ora sono tornato perché è il tempo di creare il nostro prodotto, di preparare bottiglie che abbiano una loro identità, ognuno la propria, ognuno diversa. I turisti vogliono scoprirla». E se i Florio dei “Leoni di Sicilia” hanno fatto fortuna con il marsala, qui ad Alcamo si punta su Catarratto, Grillo, Zibibbo e Nero d’Avola. Nel rispetto di quel motto che gli ex venditori di spezie diventati imperatori economici della Sicilia hanno sempre rispettato: «Cu nesci, arrinesci». Chi esce, riesce: assicurato.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 17 Novembre 2023, 13:00
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