Due anni di guerra contro l'Ucraina (2022-2024), ma l'opposizione al regime della Russia ha origini lontane. E si alimenta di personaggi a loro modo eroici. Insomma, non solo Navalny che ha pagato con la vita la sua contrarietà a Putin. Fa quasi tenerezza oltre che scuotere le coscienze, infatti, la storia della ginnasta Věra Čáslavská. Vicenda che viene dettagliatamente ricostruita e "illuminata" dai fatti storici più recenti in un libro di Armando Fico il cui titolo ("Věra Čáslavská, campionessa dissidente") con la sua sintetica descrizione ("Imprese, oblio e rinascita: la straordinaria vita della campionessa olimpica di ginnastica artistica, che sfidò l'Unione Sovietica") offrono lo spessore di una figura capace di primeggiare non solo nella sua disciplina sportiva quanto nei valori di libertà e lotta all'oppressione tirannica.
Le medaglie e le grandi imprese sportive di Věra Čáslavská si mischiano al suo dichiarato appoggio al movimento democratico cecoslovacco contro l'occupazione sovietica del 1968, che la resero persona non grata al regime. Costretta al ritiro, all'oblio e alla semi povertà, solo negli anni '80 (con lo sgretolarsi della cosidetta "cortina di ferro"), la sua situazione migliorò fino a ottenere una vita dignitosa e i giusti riconoscimenti a livello internazionale, tra cui l'Ordine Olimpico, il massimo riconoscimento sportivo.
Ma chi era Věra Čáslavská? Senza voler togliere a nessuno il gusto per la lettura, basti sapere che il gesto di sfida compiuto sul podio olimpico più di mezzo secolo fa era davvero rivoluzionario oltre che coraggioso: Vera infatti diventò la ginnasta che "chinò la testa senza arrendersi mai". Quello sguardo negato ebbe più fragore di mille parole.
Věra Čáslavská attirò l’attenzione del mondo non solo per le sue medaglie d’oro alle Olimpiadi di Città del Messico del 1968 ma anche per la sua vistosa protesta contro l’occupazione sovietica del suo Paese durante la cerimonia di premiazione. Fu definita «la ragazza glamour delle Olimpiadi del 1968», conquistò a 26 anni l’affetto del mondo grazie alla sua leggiadria in gara. E quando l'Urss di Breznev invase la Cecoslovacchia per mettere fine al movimento di libertà che fu chiamato "la Primavera di Praga", la Čáslavská firmò insieme ad altri dissenti cecoslovacchi il “Manifesto delle duemila parole”, in cui si chiedevano progressi verso la democrazia nel paese.
Věra Čáslavská se ne andò martedì 30 agosto 2016, a 74 anni. La sua morte venne annunciata sul sito del Comitato olimpico ceco, che l’ha descritta come «l’atleta olimpica ceca più vincente di tutti i tempi».
Il libro è in finale per il premio letteratura sportiva “Sandro Ciotti” organizzato dal Panathon Club di Milano.
La selezione ha riguardato 39 libri di partenza, ed ora in lizza sono rimasti: “Vera Caslavska. Campionessa dissidente” - Battaglia Edizioni, “Ferrari. Presunto colpevole” - Cairo, “Una vita in alto” - Rai Libri.
Il premio è giunto alla sua terza edizione, in quelle precedenti sono risultati vincitori Alessandro Alciato con “Forza Gentile” (nel 2021) e Andrea Marcolongo con “De arte Gymnastica”.
Il Panathlon è un “Club-service” con finalità etiche e culturali che si propone di approfondire, divulgare e difendere i valori dello sport. L'attività mira all’affermazione dell’ideale sportivo e dei suoi valori morali e culturali, quale strumento di formazione ed elevazione della persona e di solidarietà tra gli uomini e i popoli.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 26 Febbraio 2024, 18:48
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