Pagamento solo in contanti, tassametro spento e tariffa concordata prima di partire. Ma, dopo il viaggio, al momento di scendere la cifra rischia di aumentare ancor di più. «Venticinque euro si intende a persona, non per la tratta Termini - piazza di Spagna», si giustifica il tassista dopo aver portato quattro ragazze straniere che dalla stazione dovevano andare in Centro. Un cifra che va ben oltre il tariffario dato che per quel percorso si spendono in media dai 9 ai 12 euro circa.
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Un caso non isolato perché a Roma il problema dei tassisti furbetti va avanti da tempo ai danni non solo dei turisti, ma anche di chi quel lavoro lo fa onestamente e della città perché se molti turisti, dopo essere stati raggirati lasciano perdere, altrettanti denunciano le truffe sui social mettendo in cattiva luce la Capitale.
LA TECNICA
Episodi di raggiri e tentati raggiri messi in atto sempre con la stessa tecnica. I truffatori evitano di mettersi in fila insieme ai tassisti regolari, ma restano comunque molto vicini alla coda delle auto bianche. Alla stazione Termini i furbetti sostano in via Giolitti, all'altezza dei civici 34 e 36, dove si fermano i bus turistici. Restano lì finché non trovano la loro preda. I prediletti sono gli stranieri perché gli italiani conoscono un po' di più le tariffe, lo straniero, invece, no. Succede in via Giolitti, come anche in via Marsala dove una residente è stata lasciata a piedi perché l’autista dell’auto bianca ha preferito caricare cinque giapponesi in vacanza. I truffatori sono tanto abili a confondersi con i lavoratori onesti, quando bravi a rubare soldi ai viaggiatori. Se non adottano la scusa della «cifra a persona», si inventano il prezzo maggiorato per i bagagli, che in realtà esiste ma non a quelle somme. Per non parlare poi dei viaggi con tariffe non concordate: lì i furbi si sbizzarriscono e chiedono il doppio, se non il triplo, di quanto previsto nel tariffario.
LE ZONE
Oltre a Termini, e agli aeroporti di Ciampino e Fiumicino, la zone preferite sono quelle del Centro perché è lì che si concentra la maggior parte dei turisti.
L’”ANONIMATO”
Il tassametro per loro non esiste, come nemmeno i pagamenti elettronici e le fatture. Qualsiasi cosa possa rendere più facile la loro identificazione la evitano, inclusa l'adesione alle diverse cooperative che operano nella Capitale. E se qualcuno, innervosito per l'amara sorpresa di una cifra troppo alta, chiede la fattura gliene consegnano una con su scritto un numero di licenza errato. Difficilmente il turista si preoccupa di verificare che il numero sia corretto. E anche volendo molto spesso non è semplice perché uno dei tanti trucchetti per non farsi prendere è quello di coprire parzialmente il numero di licenza esposto sul mezzo. Così, se qualcuno dovesse fotografarli per vendicarli, loro sono protetti e possono continuare - indisturbati - a truffare altri poveri turisti.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 15 Maggio 2024, 07:47
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