«Partigiano stupratore assassino», sfregiata con spray rosso la lapide in ricordo dei martiri della Resistenza a Forte Bravetta

Il Forte Bravetta è uno dei tanti forti militari che circondano Roma

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di Redazione web

È stata sfregiata una lapide che commemora la Liberazione nel quartiere di Forte Bravetta, a Roma. Nella notte è comparsa una scritta con vernice rossa: «Partigiano stupratore assassino» sulla lapide. Ne danno notizia Elio Tomassetti, presidente del Municipio Roma XII e Daniela Cirulli, presidente dell Anpi XII.

«Inizia così il nostro 25 aprile - affermano - I fascisti, d'altronde non cambiano mai. Questo gesto dimostra l'attualità della lotta antifascista oggi e un motivo in più per essere tanti nei luoghi in cui deporremo le nostre corone in ricordo dei martiri della Resistenza, e per essere dalle 12.30 fino a sera a Forte Bravetta. Ringraziamo la Questura di Roma e il Servizio decoro di Roma Capitale che sono già a lavoro per coprire questo scempio». 

Sfregiata lapide dei martiri della Resistenza a Forte Bravetta

«Lo sfregio alla lapide per il 25 aprile a Forte Bravetta dimostra quanto sia ancora importante testimoniare la centralità dei valori della libertà e dell'antifascismo». Così in una nota il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. «Non dimenticheremo mai i tanti italiani - aggiunge - che si sono sacrificati per ridare dignità ad un Paese che era stato umiliato dalla dittatura.

Naturalmente le squadre specializzate Ama si trovano già sul posto per ripristinare il decoro della lapide». 

Il Forte Bravetta è uno dei tanti forti militari che circondano Roma: al suo interno avvenivano le condanne a morte eseguite nella città di Roma dal 1932 fino al 1945. I condannati erano rinchiusi, prima di essere condotti al forte, nel carcere romano di Regina Coeli, e tutti poi fucilati alla schiena come traditori, come voleva il codice penale fascista. Le condanne considerate sono complessivamente centotrenta, delle quali cinquanta eseguite fino all'8 settembre 1943, su sentenze del Tribunale speciale per la Difesa dello Stato; settanta durante i nove mesi di occupazione tedesca, su ordine delle autorità tedesche e dieci dopo la Liberazione, su sentenze di tribunali italiani e angloamericani.
 


Ultimo aggiornamento: Giovedì 25 Aprile 2024, 15:43
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