La beneficenza
si fa in silenzio

La beneficenza si fa in silenzio

Mio padre ha sempre fatto beneficenza. Come faccio a saperlo? Perché quando cercavo freneticamente la lettera della mia fidanzatina croata nella cassetta della posta, trovavo sempre ringraziamenti da quella o da quell’altra realtà che aiutava i disabili. Opera sua che, senza farsi alcuna pubblicità e senza mai dircelo esplicitamente, ogni anno dava (e dà ancora perché le lettere sono addirittura aumentate) il suo contributo ai più bisognosi. Sono cresciuto con questo stile e, per questo sono convinto che la beneficenza sia una cosa seria, da fare in silenzio, senza trasformarla in un’occasione di visibilità. E in queste ore sono particolarmente arrabbiato verso chi ha strumentalizzato i malati non solo per guadagnarci, ma anche per farsi bello sui social. Da queste colonne – qualche tempo fa – mostrai anche tutta la mia delusione per la mercificazione della solidarietà fatta in diretta Twitch e a bordo di una Lamborgini da una persona molto vicina a quella dei panettoni farlocchi. Il bene non fa mai rumore.

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Ultimo aggiornamento: Giovedì 21 Dicembre 2023, 06:00
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