No, Tino, così non vale. Come dicevano i difensori che, puntualmente, riusciva ad anticipare in area. Costantino Borneo, per tutti Tino, formidabile bomber di Vis Pesaro e Sambenedettese nei primi anni 2000, è morto a soli 51 anni stroncato da una fulminante malattia. La notizia choc è stata data dal Milan, società per la quale Borneo lavorava da diversi anni come allenatore dei pulcini e società nella quale era cresciuto fino all'esordio in prima squadra con gol al Lecce, a 18 anni, nel 1990.
Ieri l'ultimo striscione in Milan-Roma
Ieri sera, durante Milan-Roma, l'ultimo striscione: "Forza Tino Mai Arrendersi". In lutto anche la sua Legnano, dove aveva gestito fino a poco tempo fa i campi ed il bar del Magister lilla. A Pesaro era arrivato con la potenza di un tuono (su intuizione dell'allora dirigente Mascioli), dalla Lucchese, a gennaio del 2002: subito 7 gol in 10 partite. Spavaldo, diretto, furbo, quasi bullo nell'atteggiamento che aveva in campo, dotato del classico fiuto del bomber vero. Micidiale nel tiro dalla distanza, forte di testa nonostante non fosse un gigante, rapido e scaltro in area, chirurgico su calcio di rigore. Sempre presente quando la partita era decisiva.
Borneo morto: il ricordo della figlia Carlotta
Sposato con Ambra (moglie dell'imitatore Franco Rosi), padre di Carlotta, si ambientò in fretta tanto che, quando nel 2004 Luciano Gaucci lo portò alla Samb (per circa 200mila euro) per sostituire Zerbini e Scandurra, non fu facile per lui dal punto di vista umano lasciare la Vis che, destino beffardo, affondò subito con un gol al Riviera delle Palme (senza esultare, con tanto di abbraccio finale a Santi, difensore e suo compagno di squadra fino alla settimana prima) nella prima partita giocata con la maglia rossoblù. Il Corriere Adriatico titolò: "La Samb ha Borneo, la Vis no". Sintesi cruda, essenziale, perfetta di quegli anni e di un contratto biennale con cifre e prospettive di B (mai arrivata, poi) che non si potevano rifiutare a 28 anni.
Borneo morto: l'esordio con il Milan di Sacchi
Avrebbe meritato di più, perché le premesse del resto erano state altre. Stagione 1990-91, Borneo giocava nella primavera del Milan, Sacchi lo teneva d'occhio anche se nel reparto avanzato aveva Van Basten, Gullit, Agostini, Massaro e Simone. L'occasione arriva in Coppa Italia, contro il Lecce allenato da Boniek e che in attacco schierava il vecchio Pietro Paolo Virdis. I rossoneri avevano il campionato, la Coppa Campioni e la Supercoppa. Così allo stadio Via del Mare scese in campo il ribattezzato Milan B, con i soli big Ancelotti e Massaro titolari. "Vai Massaro" segna l'1-0 ma si fa male poco dopo. Per Borneo scatta così l'esordio con il Milan a soli 18 anni. Il tempo di prendere le misure con i grandi e arriva anche il primo gol: punizione di Ancelotti, deviazione di Gatta e Borneo in scivolata insacca. Da non crederci. Anche perché a distanza di qualche minuto sfiorerà la doppietta in rovesciata. Finirà 2-2 con il Milan qualificato al turno successivo. Resterà l'unica presenza con un record unico nel Milan: una partita, un gol. Un peccato. Fosse nato 25 anni dopo, ora starebbe facendo le fortune di qualche squadra di Serie A.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 12 Aprile 2024, 23:07
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