Stefano Gheller, l'attivista per il fine vita non ce l'ha fatta. «Aveva avuto il via libera al suicidio assistito ma è morto di polmonite»

Dopo alcuni giorni di ricovero le sue condizioni di salute si sono aggravate

Stefano Gheller, l'attivista per il fine vita non ce l'ha fatta. «Aveva avuto il via libera al suicidio assistito ma è morto di polmonite»

Stefano Gheller, 50enne affetto da una grave forma di distrofia muscolare, è morto nel pomeriggio del 22 febbraio all'ospedale di Bassano del Grappa, dopo alcuni giorni di ricovero per l'aggravarsi delle sue condizioni di salute. Paladino della battaglia per il suicidio medicalmente assistito e il suo riconoscimento nella legge per il fine vita, per primo aveva ottenuto dalla sanità veneta l'autorizzazione al suicidio assistito. 

L'Ulss 7 Pedemontana precisa che «Gheller è morto in seguito a complicanze sopraggiunte alla patologia che ne aveva determinato il ricovero. È stato assistito da diversi specialisti, tra cui l’equipe di Cure Palliative, che già aveva in carico il paziente e che si è adoperata per ridurre la sua condizione di sofferenza. Non è stata attivata la procedura del suicidio assistito».

«Non ho alcuna paura della morte - aveva detto Gheller qualche tempo fa - ma della sofferenza che la precede». L'attivista soffriva di una grave forma di distrofia muscolare facio-scapolo-omerale che aveva ereditato dalla madre.

Ai giornalisti e allo stesso presidente del Veneto Luca Zaia aveva sempre detto di non voler morire, ma di voler decidere quando lasciare la vita nel momento in cui il dolore fosse diventato insopportabile.

Gheller, residente a Cassola (Vicenza), era attaccato al ventilatore da 35 anni. Il 13 ottobre 2022 aveva ottenuto dall'Azienda sanitaria Pedemontana la possibilità di accedere al suicidio assistito. «La notizia che potrò porre fine alla mia esistenza quando la sofferenza diventerà insopportabile - aveva ripetuto - mi ha fatto amare ancora di più la vita».


Ultimo aggiornamento: Giovedì 22 Febbraio 2024, 17:50
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