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Mango è stato descritto, anche da qualche amico, come una persona normale; era un'ex guardia giurata, licenziata da poco dalla sua azienda per esigenze interne, ma pur essendo amante delle armi - possedeva regolarmente due fucili e tre pistole da caccia - non aveva mai manifestato segni di instabilità psichica. Come riferito dal sindaco e confermato dalla forze dell'ordine, non c'era nessuna denuncia a suo carico, sebbene qualche parente ieri sera avesse spiegato che marito e moglie non andavano d'accordo e spesso litigavano.
La conflittualità familiare è dunque emersa e rappresenta uno dei moventi che avrebbero scatenato il raptus di Mango. Ma forse solo la figlia 14enne della coppia, quando e se supererà lo choc, potrà chiarire quanto accaduto. «Il nostro pensiero va proprio alla ragazza che è rimasta sola» sottolinea Abbate. Peraltro a Bellona la famiglia del 48enne era poco conosciuta; Mango era originario del vicino comune di Pastorano, da dove ieri si è fiondato l'anziano padre che ha cercato in tutti i modi di convincerlo ad arrendersi. «Davide basta» ha urlato disperato il genitore, molto conosciuto a Pastorano dove in passato era stato coordinatore della locale Protezione civile.
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Anche la moglie di Mango, Anna Carusone, uccisa da numerosi colpi di pistola, non è di Bellona, ma di Camigliano. La coppia non ha mai preso la residenza a Bellona. «Con i sindaci di Pastorano e Camigliano - dice Abbate - decideremo cosa fare per i funerali». Nel paesino intanto, mai toccato da vicende così di cronaca clamorose e poco coinvolto anche in episodi di microcriminalità, è ancora forte l'eco degli spari di ieri, quasi cinquanta colpi esplosi con fucile e pistole.
Mario, 19enne, ricorda con angoscia quanto accaduto. «Era nei pressi dell'abitazione di Davide Mango quando ho udito gli spari, che sono diventati sempre di più, non sapevo dove fuggire, mi sono abbassato e nascosto dietro un'auto. È stato terribile».
Ultimo aggiornamento: Martedì 23 Gennaio 2018, 15:48
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