Esami e visite a Frosinone, una mattina in fila al Cup tra rinunce e lunghe attese

Esami e visite, una mattina in fila al Cup tra rinunce e lunghe attese

di Marina Testa

Al Centro unificato prenotazioni ubicato all’interno della cittadella della Asl in via Armando Fabi, a Frosinone, e in quello dell’ex ospedale di viale Mazzini quella di ieri è sembrata una mattinata ordinaria. Ordinaria in tutti i suoi aspetti. Non ci sono state file esasperanti agli sportelli, salvo che per le analisi cliniche all’ex ospedale, ma neanche tanta soddisfazione per le visite da prenotare. Tranne qualche felice caso. Alle 8.30, ovvero mezz’ora dopo l’apertura al pubblico, gli utenti affluivano senza calca. Alla spicciolata avevano già preso il numeretto e si erano seduti. E così altri a seguire. Tempi di attesa nella media, dal quarto d’ora a oltre una mezz’ora. Le persone che usufruiscono del Cup in modalità fisica lo mettono già in conto. Sei sportelli davanti ai quali si sono succeduti a ritmo lento ma scorrevole centinaia di utenti, la maggior parte di età adulta. Anziani soprattutto, ma anche famiglie italiane e straniere. I numeri andavano avanti sugli schermi digitali posizionati nelle sale d’attesa. Bigliettino in pugno premuto con il pollice sopra l’impegnativa del medico e sguardo puntato sul display. E l’occasione per condividere esperienze nella sanità pubblica ciociara.

I TEMPI

Ed ecco l’argomento che ha annientato la pazienza ovvero le liste d’attesa per le visite e gli esami diagnostici. Gioie e dolori nell’ambulatorio di dermatologia. «Ho rinunciato – ha raccontato una donna in fila – per la prima visita ci vuole un anno». E mentre si sfogava qualcuno attendeva davanti alla porta dello specialista dalle otto del mattino. Aveva prenotato proprio un anno fa e stava smaltendo gli ultimi scampoli della lunga attesa. Qualche prenotazione disdetta ha permesso ad altri di inserirsi in maniera fortuita all’ultimo momento. È andata meglio ad un paziente che doveva rimuovere delle verruche: solo quindici giorni in lista. Una famiglia era arrivata dalla Campania ed aveva abbreviato i passaggi grazie al medico di famiglia. Macabro sarcasmo alternato a rabbia quando si è parlato di cardiologia. »Quando ho prenotato l’anno scorso ci sono voluti sei mesi» diceva un anziano signore. «È ancora così» è stata l’eco di un’altra paziente. «Fai in tempo ad avere un infarto e ad andartene. Così come per la risonanza magnetica l’appuntamento te lo danno mesi dopo» E intanto davanti agli sportelli si alternavano volti, problematiche, malattie, casi. Una carovana infinita durante tutto l’orario di apertura: dalle otto del mattino fino alle cinque e mezza del pomeriggio dal lunedì al venerdì, e sabato fino alle 13. A viale Mazzini l’attesa è per le analisi, alle 9 chi ha il numero 85 ha davanti 30 persone che devono fare il prelievo. Problemi con il software, spiegano allo sportello, che «mercoledì ha paralizzato tutto, abbiamo rimandato la gente a casa».

Il Cup è un crocevia di migliaia di persone ogni giorno. Ma ecco la paziente impaziente quella che davanti ad una visita diabetica programmata fra due anni ha avuto un momento di isteria. E quella che ancora sbraitava per un controllo delle apnee notturne: tempo previsto ottobre 2026. Come biasimarle. Urologia senza traumi: «me la sono cavata in venti giorni» raccontava uno delle decine di uomini che in solitudine hanno affrontato il Cup nella giornata di ieri.

Marina Testa

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Ultimo aggiornamento: Sabato 18 Maggio 2024, 07:45
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