«Sono a un colloquio di lavoro, aspetto da più di un'ora ma non mi chiama nessuno. Si sono dimenticati di me? Me ne vado, è ridicolo»

Ray sta usando i social per documentare le difficoltà incontrate nella lunga e spesso faticosa ricerca di un lavoro

«Sono a un colloquio di lavoro, aspetto da più di un'ora ma non mi chiama nessuno. Si sono dimenticati di me? Me ne vado, è ridicolo»

di Hylia Rossi

Cercare lavoro è diventata praticamente un'impresa erculea. Prima ancora di lanciarsi nella tana dei leoni è necessario studiare tutte le aziende a cui si sta pensando di mandare la candidatura, sapere chi sono i manager, quali sono i servizi, la vision, la mission, il tone of voice e tanti altri termini angolofoni che fanno ormai parte del settore. 

Se si riesce a uscire vittoriosi, allora si può passare al passo successivo e sperare che tra le centinaia di curriculum inviati ne venga letto almeno uno, e magari proprio da qualcuno che ha intenzione di concedere un'occasione. Poi quell'occasione arriva, e quasi si trema al pensiero: il colloquio. Qualsiasi decisione ruoti attorno all'evento sembra improvvisamente decisiva, dal colore del maglioncino all'altezza del calzino. 

Eppure, tutto questo sconvolgimento, questo affollarsi di preoccupazioni e pensieri, sembra caratterizzare soltanto l'atteggiamento del candidato. Le stesse attenzioni spesso mancano da parte dell'azienda, della dirigenza e dei recruiter, come dimostra l'esperienza di Ray. Il ragazzo, infatti, si è presentato al negozio con 10 minuti di anticipo e dopo un'ora e dieci senza essere stato chiamato si è arreso e se n'è andato. 

Gli è stato poi riferito il motivo del ritardo, ma a detta sua (e di molti utenti che hanno commentato il video) si tratta soltanto di scuse. 

Il colloquio e la mancanza di rispetto

Ray sta usando i social per documentare le difficoltà incontrate nella lunga e spesso faticosa ricerca di un lavoro.

Come parte del progetto "30 colloqui in 30 giorni", il ragazzo si è presentato (con 10, rispettosi minuti di anticipo) da Best Buy, una grossa catena di grandi magazzini americana che si occupa di elettronica. Inizialmente, sembra tutto procedere per il meglio. Appena incontra un dipendente fa presente di essere lì per il colloquio, e poi si prepara ad aspettare. 

E aspettare. E aspettare ancora un po'. Dopo un'ora e dieci di attesa senza che nessuno si sia preso la briga di rivolgergli la parola, Ray è alquanto infastidito: «La situazione è solo peggiorata. Si sono dimenticati di me? Sono ancora qui, sono qui!», dice, guardandosi intorno. Alla fine decide di andarsene e, mentre è in macchina, racconta la motivazione che gli è stata data per lo spaventoso ritardo: un altro candidato è arrivato appena 10 minuti prima di lui e hanno deciso di dargli precedenza per il colloquio. 

Eppure, non è chiaro perché Ray non sia stato avvertito, cosa che, ammette avrebbe apprezzato molto di più e avrebbe certamente rispettato. La maggior parte degli utenti ha commentato il video chiedendo come abbia fatto a essere così paziente: «Me ne sarei andata dopo un quarto d'ora», dice qualcuno, «Perché hai aspettato così tanto?», un altro. C'è anche chi mette in dubbio la sua motivazione: «Le tue sono scuse, se avessi voluto il lavoro saresti andato a chiedere a qualcuno»


Ultimo aggiornamento: Martedì 14 Maggio 2024, 15:21
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