Cercare lavoro è diventata praticamente un'impresa erculea. Prima ancora di lanciarsi nella tana dei leoni è necessario studiare tutte le aziende a cui si sta pensando di mandare la candidatura, sapere chi sono i manager, quali sono i servizi, la vision, la mission, il tone of voice e tanti altri termini angolofoni che fanno ormai parte del settore.
Se si riesce a uscire vittoriosi, allora si può passare al passo successivo e sperare che tra le centinaia di curriculum inviati ne venga letto almeno uno, e magari proprio da qualcuno che ha intenzione di concedere un'occasione. Poi quell'occasione arriva, e quasi si trema al pensiero: il colloquio. Qualsiasi decisione ruoti attorno all'evento sembra improvvisamente decisiva, dal colore del maglioncino all'altezza del calzino.
Eppure, tutto questo sconvolgimento, questo affollarsi di preoccupazioni e pensieri, sembra caratterizzare soltanto l'atteggiamento del candidato. Le stesse attenzioni spesso mancano da parte dell'azienda, della dirigenza e dei recruiter, come dimostra l'esperienza di Ray. Il ragazzo, infatti, si è presentato al negozio con 10 minuti di anticipo e dopo un'ora e dieci senza essere stato chiamato si è arreso e se n'è andato.
Gli è stato poi riferito il motivo del ritardo, ma a detta sua (e di molti utenti che hanno commentato il video) si tratta soltanto di scuse.
Il colloquio e la mancanza di rispetto
Ray sta usando i social per documentare le difficoltà incontrate nella lunga e spesso faticosa ricerca di un lavoro.
E aspettare. E aspettare ancora un po'. Dopo un'ora e dieci di attesa senza che nessuno si sia preso la briga di rivolgergli la parola, Ray è alquanto infastidito: «La situazione è solo peggiorata. Si sono dimenticati di me? Sono ancora qui, sono qui!», dice, guardandosi intorno. Alla fine decide di andarsene e, mentre è in macchina, racconta la motivazione che gli è stata data per lo spaventoso ritardo: un altro candidato è arrivato appena 10 minuti prima di lui e hanno deciso di dargli precedenza per il colloquio.
Eppure, non è chiaro perché Ray non sia stato avvertito, cosa che, ammette avrebbe apprezzato molto di più e avrebbe certamente rispettato. La maggior parte degli utenti ha commentato il video chiedendo come abbia fatto a essere così paziente: «Me ne sarei andata dopo un quarto d'ora», dice qualcuno, «Perché hai aspettato così tanto?», un altro. C'è anche chi mette in dubbio la sua motivazione: «Le tue sono scuse, se avessi voluto il lavoro saresti andato a chiedere a qualcuno»
Ultimo aggiornamento: Martedì 14 Maggio 2024, 15:21
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