Razzismo sul bus: «Questo negro di m... non deve salire». Un italiano lo difende e viene preso a calci e pugni

Razzismo sul bus: «Questo negro di m... non deve salire». Un italiano lo difende e viene preso a calci e pugni

di Domenico Zurlo
Un ragazzo italiano, Emanuele (il cognome non è stato reso noto) ha denunciato un episodio di razzismo avvenuto a Torino, su un autobus della linea 33: il giovane sarebbe stato strattonato e colpito con «pugni e calci» per avere preso le difese di un giovane di colore. A denunciare l'episodio via Facebook il centro sociale Askatasuna,che ha riportato il resoconto della vittima dell'aggressione.

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L'episodio si sarebbe svolto ieri su un bus che in quel momento era particolarmente affollato. Due ragazzi, alla vista del giovane straniero, avrebbero detto «questo negro di m ... non dovrebbe salire». «Ieri pomeriggio stavo andando verso il centro quando sono stato aggredito da due razzisti sul pulmann che si sono permessi di commentare la salita sul bus di un ragazzo con questa frase: "questo negro di merda non deve salire” - il racconto del giovane - Il pullman era stipato all'inverosimile e io non ho fatto finta di niente ma sono intervenuto chiedendo loro "qual’è il problema? Se fosse un ragazzo bianco poteva salire?”
».

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Ma scoppia la polemica

 

«A quel punto uno dei due mi ha aggredito con pugni e calci, strappandomi la camicia, per fortuna senza provocarmi gravi danni. I due alla fine da bravi vigliacchi si sono dati alla fuga. Questo per dire che nella quotidianità bisogna sempre essere partigiani e non far finta di niente quando accadono queste cose altrimenti questi comportamenti diventeranno senso comune. Il razzismo lo si combatte non con vuoti proclami e vuote retoriche ma con gesti di contrasto concreti come questi. Io sto bene e di sicuro non mi faccio intimidire, spero non lo faccia nessuno».

«In questo periodo in cui il chiacchiericcio razzista viene sempre più legittimato a reti unificate - è il commento di Askatasuna - è importante fare ognuno, nel quotidiano, la nostra parte senza mai girarsi dall'altra parte». «Come scrive lui stesso non sono certo le prepotenze di qualche poveretto che devono spaventarci e impedirci di fare ciò che è giusto», conclude il post del centro sociale torinese.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 3 Settembre 2018, 16:23
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