Scuola, i presidi del Viterbese e i trasporti: «Sui banchi a settembre? Difficile che si riapra»

Scuola, i presidi del Viterbese e i trasporti: «Sui banchi a settembre? Difficile che si riapra»
«Potrebbe essere necessario prolungare la didattica a distanza per un periodo di qualche settimana. Magari per settembre e ottobre. Non credo ci siano le condizioni perché la scuola riapra subito in presenza». Massimo Bonelli è il preside del liceo scientifico Ruffini di Viterbo e dell’istituto Colasanti di Civita Castellana, ma non solo: è anche il delegato dei dirigenti scolastici di tutta la Tuscia per la predisposizione del piano dei trasporti e, quindi, il referente per il Cotral. Prima della pandemia, aveva già raccolto i dati da ogni scuola superiore del Viterbese e inviato tutto a Roma. Dal monitoraggio risulta che solo nel capoluogo ogni giorno, durante l’anno scolastico, arrivano circa 900 alunni pendolari da altri comuni. Numero che a livello provinciale arriva intorno a 2mila studenti.

Ed è proprio quello dei trasporto lo scoglio principale tra i ragazzi e il ritorno in classe. «Ci siamo sentiti con il Cotral un paio di settimane fa. Devo ammettere che stanno mettendo un impegno straordinario per venire incontro alle esigenze delle diverse scuole ma l’impresa non è semplice. Anche dimezzando gli studenti con l’alternanza proposta dal ministero, al fine di garantire il distanziamento sui pullman servirebbe triplicare le corse. E – ragiona – non è un’operazione sostenibile». Per questo, secondo Bonelli sarà complicato riuscire a riaprire a settembre.

«Credo che si andrà verso un prolungamento delle lezioni non in presenza. Molto, certo, dipenderà dalla curva dei contagi. Ho visto la bozza di accordo tra sindacati e dicastero: è prevista la possibilità delle Regione di legiferare in maniera diversa in base a cosa accadrà sui territori». Insomma, solo nelle prossime settimane di riuscirà a prevedere meglio come la scuola ripartirà. «Per le primarie e le medie sarà più semplice: solitamente, si parla di spostamenti nello stesso comune. In ogni caso, ci sono anche le esigenze dei genitori che lavorano da prendere in considerazione. Né si può pensare di tenere rinchiusi per mesi i ragazzi. Non è davvero semplice trovare una soluzione», continua Bonelli.

Poi, c’è il nodo degli spazi: «Molte scuole hanno classi troppo piccole perché siano garantite le condizioni di sicurezza. Il Ruffini, ad esempio, è un convento del ‘500: abbiamo anche dei locali ampi ma la struttura è quella». Minori preoccupazioni, invece, per la maturità. Sono 10 le classi quinte del Ruffini e altrettante al Colasanti, per cinque commissioni in ognuna delle due scuole. «Per rispettare il distanziamento, ogni commissione sarà su un piano diverso e saranno divise tra le sedi principali e quelle secondarie. Abbiamo – continua Bonelli – acquistato 2mila mascherine per ogni scuola e ordinato i totem con disinfettante per le mani per ciascun ingresso”. Per i circa 400 studenti di Ruffini e Colasanti alle prese con la maturità – tra cui 21 alunni del corso serale di Servizi commerciali - è tutto pronto. Per gli studenti delle classi inferiori, invece, il futuro è tutto da disegnare.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 8 Maggio 2020, 16:30
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