Covid, l'allarme dei ristoratori: «Con altre restrizioni chiuderemo tutti»

Covid, l'allarme dei ristoratori: «Con altre restrizioni chiuderemo tutti»

di Luca Telli

Lazio a rischio zona arancione. Per la ristorazione un nuovo possibile colpo al cuore. La riserva sull’eventuale passaggio di colore sarà sciolta nel pomeriggio di oggi quando verranno resi noti i dati del monitoraggio Iss sull'andamento dell'epidemia. Con un valore dell'Rt sarà superiore a 1 (l’indice medio regionale sembra al limite se non superiore) la nuova fascia potrebbe scattare già da sabato, al più tardi da lunedì quando è prevista la riapertura delle scuole con la didattica in presenza al 50%.

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Negozi aperti ma bar e ristoranti chiusi, possibilità di asporto probabilmente fino alle 18 per i primi (così secondo le anticipazioni che filtrano circa il nuovo DPCM che dovrebbe entrare in vigore proprio sabato), fino alle 22 per gli altri.

Una mazzata che assesta ancora più duramente il colpo arrivato dalle chiusure di novembre e dicembre, quando, storicamente, una parte rilevante dei locali arriva a generare fino al 20% del fatturato annuo. Perdite che si aggiungono a quelle patite nella prima ondata, solo parzialmente recuperate in estate, e che secondo un’indagine di Fipe Confocommercio si assestano tra il meno 30 e il 70% su base annua con nuna media che si aggira intorno al 40%.

Numeri che, se venissero confermati nelle prossime settimane, vorrebbero dire fallimento quasi certo per 3 imprese su 10.

«Nuove restrizioni significa vedere molti ristoranti chiusi a marzo – spiega Simone Tribuzi, del bar Mama’s nella frazione di La Quercia -. Per i bar lo stop all’asporto alle 18 non è una perdita così importante come, invece, lo è purtroppo per loro». Altro discorso è se la crescita dell’indice RT dovesse confermare la salita e pure le saracinesche dei bar dovessero essere costrette ad abbassarsi.

«Cerchiamo di fare il possibile con le armi che abbiamo – spiega Giuliano Proeitti, che con la famiglia gestisce i ‘Tre Re’, storico ristorante del centro - . Il lavoro va a ondate ed è ancora più imprevedibile che nei mesi scorsi. Proteste simboliche? Meglio sfruttare il tempo a disposizione per guadagnare qualcosa e pagare le spese, se c’è una regola va rispettata».

Intanto, associazioni di categoria e le principali sigle sindacali del commercio e del turismo tornano a chiedere un incontro al ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, per elaborare insieme un piano organico di interventi per le imprese e i lavoratori e per cercare di programmare una riapertura in sicurezza dei locali.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 15 Gennaio 2021, 17:18
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