Sethu, dopo Sanremo l'Ep "Cause perse". In estate il tour

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«Deluso per l’ultimo posto? Macché, ormai è diventato un vanto. Tanto è vero che alla fine ho chiesto io ai miei fan di non votarmi!». Scherza, ma fino a un certo punto, Sethu, al secolo Marco De Lauri, savonese, classe 1997. Dall’esperienza di Sanremo è uscito più consapevole, anche dei difetti da limare, e ancora più voglioso di rilanciare la sua musica. Che è pop, ma nasconde molto altro.

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Sethu, lei partiva dal punk e per il nome si è ispirato all’album di una band brutal death metal (“At The Gate Of Sethu” dei Nile). Che diavolo ci faceva a Sanremo?
«Strano eh? Anche io ancora non mi capacito di esserci stato. Però diciamo che, pur essendo un fan del punk e del rock più duro, ho sempre amato il pop. I miei compagni di band restavano spiazzati vedendomi ascoltare Justin Bieber».


In mezzo, tra il rock e il pop sanremese, l’infatuazione per il rap. Come è nata?
«Verso i 18 anni ho vissuto una nuova ondata hip-hop che mi ha appassionato. Savona è una città dove vanno molto forte il rap e il punk. Avvicinarsi a quell’universo è stato quasi fisiologico».


E poi è finito sul palco dell’Ariston... Che esperienza è stata?
«Un’esperienza mistica! È stato tutto assurdo, incredibile. Quando ho fatto le audizioni, non immaginavo che ce l’avrei fatta, e invece forse tendo a svalutarmi troppo. Ci tenevo soprattutto a mettere a frutto i pensieri e il lavoro di un anno intero con il mio inseparabile fratello Jiz».


Però è arrivato quell’ultimo posto...
«Lo mettevo in conto e non mi ha dato fastidio, quando ho visto i risultati della prima serata. Ho accettato volentieri anche le critiche, penso che mi possano aiutare a maturare.

Poi andando avanti, la situazione si è consolidata e a quel punto l’ultimo posto andava difeso».


Addirittura?
«Sì, perché meglio arrivare ultimi che risultare anonimi, non essere né carne né pesce. Ho persino chiesto ai miei miei fan su Twitter di non votarmi nella serata finale!».


Da giovane (e punk), come valuta il gesto di Blanco?
«Riesco a comprendere il suo disagio, perché su quel palco non capisci più niente. All’Ariston la direttiva era di continuare a cantare comunque, anche in caso di problemi tecnici. Non sapendo più cosa fare, si è messo a distruggere tutto. Certo, fa un brutto effetto, perché da artista sento anche la responsabilità di rispettare il palco che ti ospita».


Come si è trovato con i suoi colleghi “big”?
«Benissimo, soprattutto con quelli che sentivo più vicini a me, come Tananai, Madame, Lazza. Con i miei compagni di Sanremo Giovani - Shary, Olly, Colla Zio ecc. - invece siamo proprio diventati fratelli».


Le piacerebbe collaborare con qualche big della canzone italiana?
«Se fosse in vita ancora De André, sognerei di cantare con lui. Per noi liguri, poi, è un maestro, amo la sua poesia maledetta. Della scena attuale mi piacciono molto i Baustelle e sono contento che abbiano apprezzato la mia cover di “Charlie fa surf”».


Prossimi progetti?
«È uscito un Ep che si intitola come il brano sanremese, “Cause perse”. È una sintesi del mio mondo, tra pezzi tristi, rap, punk e pop. In estate farò dei concerti, ma è ancora tutto da definire».


Elly Schlein, la nuova segretaria del Pd, ha detto che l’apprezza. Le piacerebbe collaborare con lei?.
«Grande Elly, sono stato molto contento delle sue parole. Magari la inviterò a fare un featuring con me, chissà. Però, anche se ho le mie idee politiche nette, specie su certi temi come i diritti umani, non vorrei mai apparire troppo politicizzato».

(video Daniele Leone/Ag.Toiati)


Ultimo aggiornamento: Venerdì 3 Marzo 2023, 08:14
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