Tour Crypta Balbi, alla scoperta del rione segreto

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di Laura Larcan - video Davide Fracassi/Ag.Toiati

A Roma riapre la Crypta Balbi, una delle quattro sedi del Museo Nazionale Romano, la prima a svelarsi al pubblico (con ingresso gratuito, dal lunedì al venerdì dalle 14:30 alle 19:45) dopo una quarantena di 88 giorni di emergenza Covid. Riduttivo definirlo museo, perché è un quartiere che si estende su oltre un ettaro. Tutto da riscoprire, anche perché qui fervono i lavori sotto la spinta del nuovo direttore, il francese Stéphane Verger nominato la scorsa estate dal ministro Dario Franceschini con il concorso internazionale. Si entra da quel piccolo portone su via delle Botteghe Oscure e ci si ritrova catapultati in un “rione” archeologico tra passerelle e ballatoi che offrono nuovi scorci e prospettive, compresa l’installazione site-specific dell’artista contemporanea Elisabetta Benassi e un vasto cortile-piazza che fa da raccordo, posto sopra un sistema ardito di cisterne sotterranee, e incastonato tra strade e antichi palazzi (molte finestre e terrazzini privati non a caso hanno la fortuna di affacciarsi su questo libro di storia).

Al direttore Stéphane Verger piace ricordare che la Crypta Balbi «è un viaggio labirintico nell’archeologia urbana, dall’età di Augusto al Ventesimo secolo». Anche perché sulla Crypta di Balbo la storia si è stratificata davvero. Tant’è che l’ultimo cantiere di restauro sta coinvolgendo proprio un palazzo monumentale rimasto segreto e celato da decenni, nella porzione del sito lungo via dei Delfini.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 4 Febbraio 2021, 11:59
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