Un delitto senza movente. Si costituisce e confessa l'omicida del 33enne Stefano Leo, ucciso a febbraio a Torino mentre andava al lavoro. Ai magistrati avrebbe detto: "Volevo colpire un ragazzo come me, toglierli il futuro". A spiegare cosa ha spinto il 27enne italiano di origini marocchine Said Machaouat a colpire la vittima sono stati il procuratore vicario di Torino Paolo Borgna, il comandante provinciale dei carabinieri Francesco Rizzo, e il comandante del nucleo operativo, colonnello Giuliano Gerbo.