L'ambasciatore algerino a Roma: «Il vostro Paese diventerà l'hub europeo dell'energia. Un patto ferma-migranti»

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Un partner «strategico», ma anche «un hub europeo dell'energia». Abdelkrim Touahria, ambasciatore algerino in Italia, trattiene a stento l'entusiasmo dalla sua residenza romana. Giorgia Meloni atterrerà domani ad Algeri. «È un orgoglio» che la premier italiana abbia scelto lo Stato magrebino per il suo primo bilaterale con un Paese nordafricano, confida al Messaggero il diplomatico. Convinto che la missione sia il preludio di «una svolta» per i rapporti tra Italia e Africa.

Ambasciatore, cosa pensa l'Algeria di Giorgia Meloni?

«Roma e Algeri sono entrambe convinte che con questo governo le relazioni bilaterali potranno fare un altro passo avanti. Questo viaggio nasce dall'incontro tra Tebboune e Meloni a Sharm el Sheik e siamo felici che l'Algeria sia la prima visita della presidente in Nord Africa».

Quali sono i dossier sul tavolo?

«L'energia è il capitolo più importante. Ma si parlerà anche di automotive, turismo, agricoltura, industria navale. La premier Meloni ha espresso il desiderio di incontrare giovani italiani e tunisini che lavorano insieme in start-up di successo».

Sul gas ci saranno novità?

«Eni e Sonatrach stanno lavorando a diversi progetti per il futuro. Tra questi, l'esplorazione di petrolio e gas nel Sud del Sahara. Ad oggi siamo il primo partner energetico dell'Italia. Ma puntiamo a spingerci oltre».

Dove?

«Vogliamo che l'Italia diventi un hub europeo del gas algerino. Uno snodo per altri Paesi Ue».

Come?

«Ad esempio, ampliando la cooperazione ad altri fronti. Idrogeno verde, fotovoltaico, energie rinnovabili».

I contratti di Eni sono al riparo dal rialzo dei prezzi?

«Io credo di sì. Gli accordi firmati con il precedente governo italiano e i prossimi sono un pilastro della nostra cooperazione».

Per questo governo la Russia è un rivale, per voi un alleato, avete chiesto di entrare nel Brics. Può diventare un ostacolo?

«No, abbiamo eccellenti rapporti con tutti i Paesi del mondo, dagli Stati Uniti alla Cina e abbiamo scelto l'Italia come primo partner per l'energia. Nessuna contraddizione».

Capitolo migranti: Algeri aiuterà Roma a contenere i flussi?

«Siamo determinati a controllare ancora più severamente le nostre frontiere e fermare i flussi da Libia e Tunisia che arrivano in Sicilia.

Con il Viminale abbiamo firmato un accordo di cooperazione delle forze di polizia sul terrorismo e il traffico illegale di migranti».

Per la Libia c'è una soluzione?

«Italia e Algeria sono allineate: l'unica soluzione sono elezioni libere e democratiche. Deve decidere il popolo libico».

L'Europa sta facendo abbastanza?

«Pensiamo che sulla questione migranti serva la massima solidarietà. Si deve dare una speranza ai giovani africani a casa loro, non in mezzo al mare».

È la filosofia del Piano Mattei di Meloni. Sottoscrivete?

«Assolutamente, e vogliamo fare la nostra parte. Aiutando l'Italia ad avere una piazza in altri Paesi africani, dalla Nigeria al Sud Africa, dal Mali al Burkina Faso».

Nel vicino Niger prosegue la missione italiana contro il terrorismo. Siete a favore?

«Sì, l'Italia gioca un ruolo fondamentale nella regione. E a differenza della Francia la sua presenza è ben accetta tra i governi dell'Africa sub-sahariana. Può passare da Roma una svolta nei rapporti tra Africa ed Europa».

Passiamo all'economia. Cosa c'è sul tavolo di Meloni e Tebboune?

«Investimenti in diversi settori: turismo, agricoltura, industria pesante. Di cui si parlerà in un business forum fra Italia e Algeria in programma a Napoli».

In sospeso c'è la commessa di sette elicotteri di Leonardo.

«Un progetto di cui siamo molto contenti e che ora andrà avanti spedito, dopo due anni di pausa a causa della pandemia».

Poi?

«C'è grande attenzione per la collaborazione tra Fincantieri e il cantiere di Mers el Kébir. C'è in ballo un progetto per la costruzione di una flotta di navi-peschereccio che aiuti l'Algeria a pescare le enormi quantità di tonno presenti nei suoi mari».

Infine l'Italia a quattro ruote. La Fiat arriva in Algeria?

«Sì, con un nuovo impianto a Orano. Il prossimo 19 marzo presenteremo quattro modelli Fiat che dalla fine del 2023 saranno prodotti e venduti in Algeria. A questo si aggiungono gli investimenti del gruppo Adler. Finalmente gli algerini potranno conoscere e apprezzare da vicino l'automotive italiano».

Francesco Bechis

Video intervista Valentina Panetta


Ultimo aggiornamento: Sabato 21 Gennaio 2023, 10:55
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