Totti ministro?

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Sono giorni tosti per la politica italiana, i cui leader devono definire chi rivestirà ruoli di governo. Sono scelte delicatissime, condizionate dal contesto internazionale nel quale l'Italia è inserita.
Condizionate? -dirà qualcuno- l'Italia è sovrana e deve poter scegliere da chi farsi governare senza rendere conto a nessuno. Costui ha ragione o no? Consideriamo il caso del Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF). Immaginiamo che, esercitando la libertà incondizionata che spetterebbe a uno Stato sovrano, a fare il Ministro venga nominato: (I) Francesco Totti; oppure (II) un senatore che in campagna elettorale non ha fatto altro che attaccare l'Euro; oppure (III) un imprenditore condannato per bancarotta fraudolenta.
È evidente, nessuno dei tre è adeguato a quel ruolo: (I) Totti per incompetenza; (II) il senatore per inopportunità; (III) l'imprenditore per etica. Se uno dei tre fosse scelto a guidare il MEF, succederebbero subito 3 cose: (I) lo spread schizzerebbe in alto; (II) il debito italiano verrebbe declassato dalle agenzie; (III) la Premier si precipiterebbe a Londra (sede della Borsa europea più importante) e Bruxelles (sede della Commissione UE) sapendo di dover spiegare e in modo convincente, la scelta compiuta.
Il nostro sovranista si ribellerà a questo scenario, dimenticando, tuttavia, un fatto rilevante: un debitore non è mai del tutto libero e così chi abita in un condominio. Ci sono regole, scritte e non, da rispettare. Anche se hai vinto le elezioni. (Alberto Mattiacci)
 


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 19 Ottobre 2022, 15:42
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