Cinema Palazzo, nostalgici delle Brigate Rosse e No Tav: i boss dell'occupazione nel mirino della Digos

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L’occupazione era nata come una “forma di protesta” contro la decisione di trasformare un ex cinema in una sala giochi. Col tempo, però, quel posto è diventato punto di incontro per ammiratori e nostalgici delle Brigate rosse. Tutto parte nell’aprile del 2011. Diedero inizio all’occupazione dell’immobile dell’ex Cinema Palazzo l’attrice Sabina Guzzanti ed altre 11 persone. Ad oggi tutte sotto processo con l’accusa di invasione arbitraria di terreni o edifici altrui. Con la Guzzanti, alla sbarra, c’è anche il deputato del Pd, Marco Miccoli, l’ex consigliere capitolino di Sel, Andrea Alzetta, detto Tarzan, e Nunzio D’Erme, ex leader dei centri sociali romani. Gli imputati sono accusati di avere «in concorso tra loro, in esecuzione di un medesimo disegno criminoso - si legge nel capo d’imputazione - arbitrariamente invaso al fine di occuparlo lo stabile sito in Roma in piazza dei Sanniti». La mattina del 15 aprile 2011 un gruppo di 15 persone si è introdotto nella struttura costringendo gli operai a lasciare l’edificio. Il blitz, «partito come azione estemporanea di protesta - come scrive il gip nell’atto in cui chiese il sequestro della struttura - si è protratta nel tempo trasformandosi in una occupazione». Non ci sono solo i dibattiti, le feste e gli aperitivi sponsorizzati sui social, dietro a questo palazzo occupato, nel cuore della rossa San Lorenzo. Quello che il vice-sindaco, Luca Bergamo ha definito, ieri, un «presidio culturale di grande valore» e Marta Bonafoni, capogruppo in Regione della Civica di Zingaretti uno «spazio fondamentale» - in linea con il pensiero del sottosegretario ai Beni Culturali, la grillina Laura Orrico - è in realtà un punto di ritrovo di nostalgici delle Br, neanche troppo nascosto, dell’eversione di sinistra più pericolosa.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 17 Ottobre 2019, 00:41
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