Stia, borgo del "Ciclone" dove i mastri forgiatori si danno battaglia: la meraviglia del ferro battuto

Stia, borgo del "Ciclone" dove i mastri forgiatori si danno battaglia: la meraviglia del ferro battuto

di Laura Larcan

Tutto il bello del ferro battuto. Fuoco, metallo incandescente, martello e tanto estro creativo. Un mestiere millenario a braccetto con l'orgoglio artigianale. Ne sa qualcosa Stia, borgo delizioso del Casentino, nella provincia di Arezzo, noto soprattutto per aver fatto da sfondo al film “Il Ciclone” di Leonardo Pieraccioni, ma che diventa protagonista del decimo Campionato del mondo di forgiatura, evento clou della 24esima edizione della Biennale d’Arte Fabbrile in programma dal 2 al 5 settembre. Oltre alla memoria cinematografica, c'è di più (con buona pace di Pieraccioni). Ecco allora che piazze e vicoli diventano il palcoscenico a cielo aperto di una insolita "disfida", a colpi di martello ovviamente. Lo scenario? Dall’alba a notte fonda andrà in scena una gara unica per i "cavalieri" dell'arte della forgiatura. Ma non solo.

 

Il calendario, organizzato dall’associazione autonoma per la Biennale d’arte fabbrile, è fitto di appuntamenti tra mostre, laboratori, incontri, dimostrazioni, concorsi di scultura e fotografia. Con un omaggio a Dante, nel 700esimo anniversario dalla morte del sommo poeta. "E quindi uscimmo a rivedere le stelle…": è l’ultimo endecasillabo con cui si chiude l’Inferno della Divina Commedia, ad offrire il tema per la rassegna. Non a caso, come raccontano gli organizzatori, la tradizione della forgiatura nella Vallata Casentinese è già presente fin dal Medioevo: «Chi non ricorda, proprio nella Divina Commedia dantesca, lo scaltro Mastro Adamo da Brescia, forse il più abile forgiatore dell’epoca, che falsificava i Fiorini per la famiglia dei Conti Guidi di Romena, il cui castello si erge maestoso nel cielo del Casentino»

Evento nell'evento, cui tengono molto gli organizzatori, è il progetto legato all'ex Lanificio “Spazio vuoto_incubatore di idee”: «Un invito rivolto agli artisti di tutto il mondo affinché esprimano, attraverso l’arte della forgiatura, la loro voce.

La Biennale ha come scopo quello di creare stimoli e modalità di confronto per gli artisti che decidono di mettersi in gioco, “educare al bello” ma anche e soprattutto rompere gli schemi e creare nuovi punti di vista»«Stia, da sempre, ha aperto le porte sia ai Maestri che ai giovani fabbri provenienti da tutto il mondo meritandosi il riconoscimento internazionale di “Manifestazione Senza Frontiere”, vetrina indiscussa di un artigianato artistico in ferro battuto di elevata qualità», spiega la presidente dell’Associazione Maria Gemma Bendoni.

Ma Stia offre anche tante suggestioni ai visitatori curiosi di scoprire questa splendida vallata puntellata da alte e verdi foreste impreziosite da alti faggi, castagni signorili, fiere querce. Le origini di Stia affondano le radici all’XI secolo, e per tutto il Medioevo è stata centro di produzione della lana (d'altronde il Casentino” è un tessuto in lana caldo ed estremamente resistente). A dominare il borgo, spicca il profilo del Castello di Porciano, sulla cima di un’alta collina. E proprio a Porciano venne ospitato Dante Alighieri durante gli anni del suo esilio. Bello, panoramico, ma anche goloso. La cucina qui è un invito continuo. Tra tortelli di patate, prosciutto e acquacotta.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 1 Settembre 2021, 16:43
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