Weekend a Rotterdam: l’Olanda dei rooftop da vedere, da fare e da mangiare

Una metropoli audace e innovativa da scoprire sui tetti, ripensati come spazi urbani per eventi e non solo, in una vacanza all’insegna dell’architettura, del design e della cucina nordica

Weekend a Rotterdam: l’Olanda dei rooftop da vedere, da fare e da mangiare

di Sabrina Quartieri

È “pretty ugly”, direbbe la gente del posto, affezionata a quello stile bruttino a volte, ma a suo modo grazioso, dei palazzi della ricostruzione, tirati su secondo i dettami del Modernismo olandese dopo il bombardamento tedesco del 14 maggio 1940 che, in pochi minuti, annientò la città di Rotterdam, lasciando integro solo un pugno di edifici, come la City Hall e una chiesa medievale del centro. Una metropoli urbanisticamente audace a soli 40 minuti da Amsterdam, che vanta il porto più grande d’Europa e che, fin dal giorno successivo alla furia della “Luftwaffe” che la rase al suolo, scelse senza indugi di rinascere con resilienza, guardando al futuro priva di nostalgie, per risorgere all’insegna della modernità più innovativa, grazie a un piano ideato come di rottura rispetto al passato. Ancora oggi, questa città del Nord Europa è al centro di continue sperimentazioni urbanistiche e culturali che strizzano l’occhio alla sostenibilità, rendendola attrattiva per viverci, o anche solo per trascorrere un interessante weekend in un microcosmo che cambia pelle di continuo e che ha tanto da offrire agli “architecture enthusiasts”.

Cosa vedere a Rotterdam 

Una due giorni alla scoperta di un dinamico spazio urbano fucina di grandi progetti pensati per una città sempre in movimento e pronti a invadere strade e rooftop con affascinanti performance artistiche, food market “open air” e futuristiche attrazioni legate alla mobilità green. Bastano 48 ore e si avrà il tempo sufficiente per immergersi a 360° gradi in tutto quello che ha da offrire Rotterdam, intrepida e vibrante metropoli olandese del Mare del Nord.

Rotterdam da vedere tra arte e design 

L’esperienza da non perdere in questa magnetica città dei Paesi Bassi dal mood underground è salire sui suoi piattissimi tetti e guardarsi intorno. Molti di essi, infatti, sono accessibili, anche grazie ai tour privati del sabato pomeriggio di Inside Rotterdam. In cima alla White Huis, un edificio di 11 piani che a fine ‘800 è stato il più alto palazzo per uffici d’Europa, ad esempio, la vista è unica e sconfinata, tanto che il rooftop è divenuto molto popolare: in un unico colpo d’occhio si sintetizza al meglio l’anima odierna della città. Da una parte svetta l’avveniristico Markthal, il mercato coperto a forma di ferro di cavallo (alto 40 metri) con le facciate di vetro, che ospita ristoranti, banchi di cibo da tutto il mondo e ben 200 appartamenti. Una imponente struttura tutta da ammirare, realizzata dallo studio di architettura MVRDV, che colpisce per la mastodontica opera d’arte della superficie interna: sono gli 11mila metri quadrati occupati da “Horn of Plenty”, la colorata cornucopia realizzata da Arno Coenen e Iris Roskam.

Al contempo dalla White Huis si vede torreggiare la “Pencil tower”, un altissimo palazzo subito affianco a forma di matita che sconfina nelle iconiche case cubiche gialle di Piet Blom: curiose e davvero insolite, queste 38 dimore (la Overblaak 70 è visitabile mentre in un’altra è stato aperto l’ostello Stayokay) sono attraversate da un passaggio pedonale che conduce nell’antica zona portuale di Oudehaven. Un delizioso angolino con i vascelli ancora attraccati dove oggi non mancano appartamenti, café e ristorantini sull’acqua baciati dal sole. Bisogna spostarsi nella zona del Museumpark, invece, per vedere qualcosa di speciale nel campo dell’arte: il Depot Boijmans Van Beuningen, nonché primo deposito di opere di un museo interamente accessibile al pubblico, progetto unico al mondo. Realizzato anch’esso dallo studio MVRDV e rinominato dai “local” per la sua forma a vaso “The Flower pot” o semplicemente “Pot”, il Depot è una struttura alta 40 metri completamente rivestita di specchi che riflettono l’ambiente circostante. Al suo interno è possibile ammirare le 151mila opere appartenenti alla collezione del museo Boijmans, tutte provenienti da cinque magazzini regionali e che altrimenti rimarrebbero invisibili. Il celebre spazio espositivo di Rotterdam vocato all’arte moderna e contemporanea, intanto, è in fase di ristrutturazione e rimarrà chiuso almeno fino al 2028.

Racconta il suo curatore, il romano Francesco Stocchi: «Solo l’8 per cento delle collezioni dei musei viene mostrato ai visitatori; il resto è chiuso nei depositi, inaccessibili al pubblico. Qui al Depot, invece, si ha l’opportunità di ammirare nella sua interezza il ricco patrimonio artistico del Boijmans, eccetto una piccola porzione di esso incentrata sui surrealisti, che è itinerante e sta viaggiando negli spazi espostivi dell’Estremo Oriente. Il prossimo anno speriamo di ospitarne una parte anche in Italia, al Palazzo delle Esposizioni di Roma», conclude Stocchi. Nel Depot, che ha raggiunto in quattro mesi dalla sua apertura i centomila visitatori (il 40% sono di Rotterdam) ci si sposta sulle scale e in ascensore guardandosi attorno per non perdere nulla delle creazioni protette in grandi e resistenti teche di metallo e di vetro. Ancora: la visita permette di ammirare i laboratori di restauro e, per chi ha pagato il biglietto che lo include, consente di partecipare a dei brevi tour nelle stanze dove sono catalogati preziosi dipinti, come la bellissima raffigurazione della Madonna col bambino e due Angeli del Beato Angelico

Il Depot Boijmans Van Beuningen (© Ossip)

 

Rotterdam da fare tra performance sui rooftop e sperimentazioni artistiche in pixel

Accanto al Depot, l’Het Nieuwe Instituut, il centro di Rotterdam dedicato all’architettura, al design e al digitale, è già al lavoro per un imperdibile appuntamento d’alta primavera dedicato ai tetti della città. «Sono luoghi urbani piatti - spiegano gli organizzatori dei “Rooftop Days” attesi dal 2 al 5 giugno prossimi - ripensati come contenitori dalle molteplici potenzialità, per offrire maggior spazio vitale agli abitanti della metropoli, sempre più numerosi». L’attesissimo evento a cui vale la pena partecipare già solo per la sua unicità, renderà accessibili moltissimi tetti, al centro in quei giorni di manifestazioni vocate al green e al food, ma anche alle performance musicali. Novità assoluta dell’edizione 2022 sarà invece la “Rooftop walk”, una strada mozzafiato che connetterà diverse terrazze anche attraverso un ponte sospeso a un’altezza vertiginosa, accessibile dal 26 maggio al 24 giugno.

Innovare e sperimentare nella mobilità, del resto, è qualcosa che Rotterdam recupera e ripensa dal passato: già negli anni ’70 la città si era dotata di collegamenti all’avanguardia in occasione di una importante kermesse. In particolare, spiega il direttore di “Rotterdam Rooftop Days” Léon Van Geest: «Si trattò di una ‘cable car’, una seggiovia che permetteva di ammirare le vie e le piazze dall’alto animate da una serie di eventi organizzati nell’ambito della manifestazione in corso». Ora, a distanza di mezzo secolo, è arrivato persino il permesso di costruire il primo rooftop village di Rotterdam. Una soluzione abitativa alternativa, eco-friendly e ideale per le coppie giovani o per i single che non hanno paura di uscire dalla zona comfort per provare qualcosa di insolito. La voglia di sperimentare scende su strada e si sposta nel museo Remastered, quando si tratta di arte in 3D. È qui che il visitatore “attraversa” una cascata d’acqua ed entra in un acquario per purificarsi simbolicamente, prima di lasciare il mondo reale e immergersi in un microcosmo digitale che porta in scena in versioni da milioni di pixel, mostrati anche a tempo di musica dance, i capolavori di Hieronymus Bosch, Bruegel, Vermeer, Van Gogh e Mondrian, ripensati da artisti contemporanei.

A Rotterdam, per scoprire invece l’incredibile museo a cielo aperto di opere pubbliche, basta perdersi tra le vie della città, dove si incontrano facilmente le centinaia di sculture (comprese quelle di Rodin) donate a partire dagli anni della ricostruzione in cambio della promessa che non sarebbero mai state rimosse. Di tutte, il simbolo del progetto che va avanti da decenni è “The Destroyed City” dello scultore franco-russo Ossip Zadkine, una statua di bronzo con uno spazio vuoto al posto del cuore che rappresenta l’indimenticabile ferita inferta con la devastazione del bombardamento tedesco del 1940.

Il weekend a Rotterdam è anche all’insegna dello shopping: evitando i marchi mainstream, le insegne più cool sono il brand eco-friendly Susan Bijl con le sue colorate borse, Very Cherry per gli abiti della designer Caroline, Sissy Boy per i décor minimal ma accoglienti per la casa ed Episode per il vintage. 

Museumpark di Rotterdam (© MVRDV)

 

Rotterdam da mangiare tra “fine dining” nordico, “healthy food” e cucina afro-caraibica

La città portuale olandese un tempo approdo di mercanti da tutto il mondo, è una fucina di creatività culinaria con sapori e ricette da ogni parte del globo, grazie all’incredibile e unico melting pot culturale che identifica la storica città del Mare del Nord. Rinomata per essere stata in passato parte della Compagnia olandese delle Indie orientali, Rotterdam riunisce infatti in un’unica area di 324 chilometri quadrati ben 197 nazionalità con differenti tradizioni, usi e costumi che si riflettono anche nella tavola. Basta pernottare al Supernova hotel, per avere subito riscontro di questa realtà: dietro al bancone della reception si incontrano contemporaneamente ragazze del Suriname e della Grecia, pronte ad affittare le bici e a consegnare una gustosa colazione “à porter”, per immergersi in pochi minuti nelle atmosfere esotiche della vicina West Kruiskade, la strada che più di ogni altra in città accoglie residenti originari dei quattro angoli del Pianeta.

La “frontline” è composta dalle sue botteghe ricolme di cibo di ogni cucina, vicina e lontana, da consumare al tavolo o “take away”. A Rotterdam, il caffè da non perdere, invece, è in un locale ospitato in una ex stazione della polizia: Heilige Boontjes, curato, accogliente, allegro e inclusivo. A rendere speciale il posto è chi ci lavora. Sono giovani olandesi che in passato hanno avuto problemi con la legge e che, grazie al progetto sociale attivo nella caffetteria, possono avere un impiego. Sempre in questo edificio ma all’ultimo piano è possibile anche pernottare: nella Penthouse prison, il bed and breakfast in questione, si dorme in celle riadattate a stanze, ma non manca un rooftop condiviso per una appetitosa colazione con vista.

La pausa pranzo all’insegna dell’“healthy food” è da Bertmans, tra limonate di zenzero fatte in casa, bowl, avocado toast e panini con pollo alla plancha. Ancora: al sesto piano del Depot, contornato da un panoramico giardino pensile con betulle e abeti c’è Renilde, il ristorante giusto per un’esperienza culinaria di “fine dining” con le creazioni del pluripremiato chef Jim de Jong, già di successo a Rotterdam con il De Jong. Di fronte, l’Het Nieuwe Café dell’Istituto di design è invece il regno della chef Manuela Goncalves Tavares che porta a tavola i sapori e i colori della cucina afro-caraibica. Continuando le tappe da segnare in agenda della mappa culinaria, se a cinque minuti a piedi da Remastered c’è Rodin, una brasserie gestita da Melanie van Opzeeland, una vera buongustaia, “the place to be” per una cucina creativa in stile nordico si raggiunge a bordo di un “water taxi”: è Putaine, ospitato sui docks di Kop Van Zuid, un’area portuale nella parte sud della città collegata con l’Erasmus Bridge, ristrutturata e divenuta trendy. È sul suo interessante “floating office”, un ufficio galleggiante realizzato in legno e “carbon neutral”, che si trova il panoramico ristorante di Eva Eekman e di chef Michael Schook, che propongono un menu basato sulla stagionalità delle materie prime, con piatti speciali a base di aragoste e ostriche. I cocktail da “Putaine” sono creati in armonia con i sapori della cucina seguendo il principio dello “zero waste”.

Ispirato negli arredi ai locali di Miami degli anni ’80 e con un nome che ricorda il passato a luci rosse di Katendrecht, la zona in cui si trova, il ristorante d’estate è anche la perfetta location per un tuffo rinfrescante in acqua nella piscina di design ricavata nel fiume Maas. Poco distante da qui, l’Hotel New York, un tempo quartier generale di chi lasciava l’Olanda per il Nuovo Mondo, permette di consumare il pasto immergendosi nelle atmosfere di quella epoca, anche nel corner dedicato a ostriche e champagne. Oggi, il simbolo di tale passato è la grande opera d’arte che svetta tra l’albergo e l’acqua, una imponente porta aperta realizzata in memoria dei tanti immigrati salpati verso Ellis Island a New York per iniziare una seconda vita oltreoceano. Proprio a loro, inoltre, sarà dedicato il museo in costruzione in questa zona che dovrebbe aprire nel 2024. Infine, per apprezzare al meglio la città dei rooftop dopo il tramonto, non può mancare una cena romantica su una delle terrazze panoramiche di Rotterdam. A offrire una vista mozzafiato del business district è il Rooftop Fontein, al decimo piano di un edificio che affaccia sulla colorata Hofplein Fountain firmata Cor van Kralingen, sulla  City Hall e sulla skyline. Il menu con wine pairing del ristorante celebra con tanti piatti il cosiddetto “quinto sapore” o “umami”,  quel gusto buono che invoglia sempre a un ulteriore morso e che, fino a poco tempo fa, era esclusivo appannaggio della cucina del Sol Levante. 

Ristorante Putaine (© Sophia van den Hoek)

Ultimo aggiornamento: Martedì 15 Marzo 2022, 11:15
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