La Ruta del Grial: sulle orme dei pellegrini medievali da Caudiel a Valencia

La Ruta del Grial: sulle orme dei pellegrini medievali da Caudiel a Valencia

di Maria Serena Patriarca

Un cammino fra storia, natura, cultura e spiritualità. L’autunno, con il suo clima mite, è la stagione ideale per scoprire la Ruta del Grial, l’itinerario spagnolo che permette di ripercorrere un tratto del lungo cammino che il Sacro Graal fece per arrivare alla sua destinazione finale, nella Cattedrale di Valencia. Un percorso, quello di cui andremo alla scoperta oggi, che si può fare a piedi, per gli amanti dell’escursionismo nel verde, in ebike, per i più sportivi, o a cavallo, per gli spiriti avventurosi.

La strada, pianeggiante, è facile e adatta anche alle famiglie con bambini piccoli e il punto di partenza per l’Holy Grail Route, così come la meta finale, è la città di Valencia. Ma prima di iniziare il Cammino del Graal vero e proprio, facciamo un passo indietro nel tempo. Il Santo Graal, la coppa intorno a cui girano mille leggende con cui Gesù celebrò l'Ultima Cena (probabilmente a casa dell’apostolo Marco), e nella quale la tradizione narra che Giuseppe d'Arimatea raccolse il suo sangue dopo la crocifissione, approdò ufficialmente a Valencia nel 1432, grazie al re Alfonso V il Magnanimo.

Ad oggi la Santa Sede riconosce la sacralità di questa reliquia, che è la più emblematica per il mondo cristiano e non solo. Due Papi, Giovanni Paolo II e Bendetto XVI, hanno celebrato l’Eucarestia con il Graal nella Cattedrale di Valencia, a cui è stato conferito il titolo di Città Giubilare perpetua dal Vaticano nel 2015. Quello che viene dunque ritenuto davvero il Graal originale è la coppa in agata, che durante la persecuzione di Valeriano (nel 258) San Lorenzo portò in salvo da Roma in Spagna, a Huesca, in Aragona. Da allora iniziò il lungo viaggio del Graal nei secoli, a partire dalla regione dei Pirenei verso il Sud della Spagna, passando per la città di Sagunto (fondata, come Valencia, dai Romani e nota per aver intrecciato la sua storia con la seconda guerra punica) per arrivare fino a Valencia.

Il Cammino che viene rilanciato oggi per gli appassionati di arte, natura, storia e spiritualità è lo stesso che nel Medioevo percorrevano i pellegrini, e nella sua parte finale è particolarmente ricco di paesaggi suggestivi. A un’ora di auto da Valencia, dal borgo di Caudiel, parte la Via Verde de Ojos Negros, 6 km circa che portano, attraverso paesaggi verdi e boschi di conifere, alla cittadina di Jérica, punto ideale per noleggiare le ebike e dirigersi alla volta della bellissima cascata detta Salto de la Novia, da cui si può raggiungere il vicino paese di Navajas, che dista 8 km da Jérica. Sulla via del ritorno a Valencia una tappa d’obbligo è la meravigliosa cittadina di Sagunto, concentrato di storia e mix di culture musulmana, ebraica e cristiana.

Posta in posizione strategica a Nord nella provincia di Valencia, Sagunto, nota per il maestoso Castello che domina dall’alto la città, fu un'area popolata fin dall’Età del Bronzo, e visse il massimo splendore in Epoca Romana, età di cui restano strade e abitazioni, molte delle quali finemente affrescate con temi marini, vista la vicinanza del centro al mare.

Bellissime la Chiesa del Salvador (di fine XIII secolo), nel cuore del borgo antico, dove la leggenda narra abbia sostato il Santo Graal, e la chiesa di San Michele, ma la parte più spettacolare è senza dubbio il Castello, con oltre duemila anni di storia alle spalle, mix di testimonianze architettoniche iberiche, romane e medievali.

Il Teatro Romano è in uso ancora oggi per rassegne culturali e spettacoli. Da Sagunto, proseguendo verso Meliana, si può visitare il Palauet Nolla, con la tipica pavimentazione mosaicata icona del Modernismo Valenciano, per poi dirigersi, a piedi o in bicicletta, verso Alboraia e vedere i campi coltivati che fanno parte della Huerta de Valencia, ovvero l’Orto Valenzano, con il caratteristico sistema d’irrigazione che risale all’epoca della dominazione araba. Coltivazioni di riso e patate, aranceti e piantagioni di ortaggi, vigneti e olivi, ma anche tipici casolari dove vengono allevati i pavoni e corsi d’acqua dove nuotano le anatre fanno parte di questo particolare paesaggio valenciano.

Il Cammino del Graal, così come lo abbiamo percorso nel suo ultimo tratto, si conclude in realtà dove è iniziato, ovvero nel cuore di Valencia, all’interno della Capilla del Santo Caliz nella Cattedrale (eretta dove un tempo sorgeva un tempio romano), dove è esposto al pubblico in una teca dal 1916, meta di visite e pellegrinaggi da tutto il mondo. L’ultimo giovedì di ottobre, il 28, sarà la festa ufficiale del Santo Graal, e il Calice verrà tolto dalla teca e mostrato ai fedeli nelle mani dell’unica persona autorizzata a toccarlo (a parte i Papi), ovvero il canonico celadòr Alvaro Almenar. Ciò avviene solo due volte nel corso dell'anno: il giovedi santo e l'ultimo giovedi di ottobre, appunto. Il calice è di agata striata, pietra originaria della zona fra Alessandria e la Siria: è indubbiamente una coppa da benedizione palestinese realizzata nel I secolo a.C., utilizzata per la Pasqua ebraica. Nelle vicinanze della Cattedrale di Valencia, dove fra le sacre reliquie sono conservate anche una spina della corona della Passione di Gesù e un pezzo della Croce, sorge l’Aula Grial, ideale da visitare anche con i bambini per capire meglio l’evoluzione della storia del Graal e il suo lungo viaggio fino ad arrivare a Valencia, anche grazie al supporto di mezzi audiovisivi. Per informazioni:

http://rutasantogrial.es/

https://ruta-grial.comunitatvalenciana.com/ruta-grial

https://www.visitvalencia.com/santogrial/ruta-grial


Ultimo aggiornamento: Venerdì 8 Ottobre 2021, 09:23
© RIPRODUZIONE RISERVATA