L’isola di Mozia riapre al pubblico: tutti i segreti e le curiosità della piccola perla siciliana
di Francesca Spanò
La storia di Mozia
Mozia fu fondata nell’VIII secolo a.C su una delle quattro isole della laguna dello Stagnone, in quella che oggi è nota con il nome di isola di San Pantaleo, e divenne una stazione commerciale e punto di attracco per le navi di passaggio. Attualmente tutti i percorsi sono stati messi in totale sicurezza nel rispetto delle prescrizioni disposte dalle misure anti-Covid. Si progetta una riqualificazione dell’area con lavori per circa 2 milioni e 700 mila euro, finanziati con fondi comunitari e voluti dal governo Musumeci.
L’idea, tra proposte già confermate e altre da definire, è quella di renderla fruibile a tutti, ancor di più a chi presenta qualche disabilità. In più, diverse sono le opere già in corso di realizzazione. Un primo momento è stato dedicato alla realizzazione del rilievo aerofotogrammetrico dell’Isola con l’individuazione dei principali siti in 3D e la relativa geolocalizzazione e la creazione di una banca dati.
Arriverà, poi, inoltre, la nuova cartellonistica in materiale indeformabile e inalterabile nel colore e verrà installata la rete wi-fi grazie alla quale sarà possibile anche gestire il sistema di fruizione GANIM da cui dipende una App con rappresentazione tridimensionale e multilingue delle emergenze culturali. In breve tempo, ancora, verrà realizzato il sito internet e creati supporti didattici per le scolaresche e poi spazio alle piste ciclabili e all’installazione di un sistema di "cannocchiali intelligenti" capace di adeguare l’offerta informativa a visitatori con particolari esigenze fisiche e motorie. Per gli scavi, infine, si procederà al rifacimento delle coperture.
Tra mulini a vento e saline
Passeggiare a Mothia e pensare che nel VI secolo a.C fu coinvolta negli scontri tra greci e cartaginesi per il dominio della Sicilia e dopo la battaglia delle Isole Egadi nel 241 a.C fu abbandonata quasi del tutto, è emozionante. Fu riscoperta da Giuseppe Whitaker, un nobile inglese la cui famiglia si era stabilita nella Trinacria e la sua abitazione era l’attuale museo di Mozia. Sull’isola si possono scoprire i resti dell’antica città dei Fenici in un percorso di un’oretta. Lungo il giro si notano anche delle torri di guardia e dopo la porta nord, meglio conservata, si può scorgere un edificio a tre navate, probabilmente con funzione religiosa. Interessante è la necropoli arcaica ad incinerazione, costituita da pietre tombali e urne, il Tophet, che designa l’area sacra con un santuario a cielo aperto, e il Cothon, un piccolo bacino artificiale di forma rettangolare collegato al mare e di non chiara funzione. Verso la porta sud, si ammira la Casermetta di cui sono ancora visibili alcuni elementi verticali, la Casa dei Mosaici con due mosaici in ciottoli e la Casa delle Anfore alle spalle del museo. Da non dimenticare che qui fu ritrovata nel 1979 una statua in marmo risalente al V secolo a.C. e conosciuta come il Giovane o Il giovinetto di Mozia che è conservata nel museo. Il costo del biglietto al momento è ridotto e permette di entrare anche al Museo.
Ultimo aggiornamento: Sabato 20 Giugno 2020, 15:53
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