Genova, tra cultura e tour organizzati la magia di una città tutta da scoprire

Genova, tra cultura e tour organizzati la magia di una città tutta da scoprire

di Ornella D'Alessio

Per Genova i 1.067 metri del nuovo ponte ispirato dai disegni del grande architetto Renzo Piano, è un atteso ritorno alla normalità per ricongiungere il ponente al levante, il centro alla Valpolcevera, certo lasciando una ferita aperta per le 43 vittime del disastro. E così con serietà e tanta voglia di ricominciare la città riparte puntando sulla cultura. E sul centro storico, vivace e dinamico. La malìa sta nell’accostare con garbo, o per altri con sgarbo, a pochi metri di distanza l’antico e il moderno. In questo è una città supermoderna, la vituperata sopraelevata è una ferita ma un gesto contemporaneo che sta accanto al centro storico medievale e barocco. Contrasti e forti emozioni che si susseguono in quell’intrico di caruggi, tanto ben raccontati dalle parole di Fabrizio De Andrè. Il porto antico è il miglior accesso al dedalo di vicoli del centro storico, cuore pulsante della città, soprattutto per quel che riguarda le botteghe storiche.

In attesa della ripresa dei tour organizzati (visitgenova.it), è divertente girellare senza meta e ritrovarsi magari davanti alla Drogheria Torrielli, via di S. Bernardo 32R, per acquistare spezie, olii essenziali e scegliere tra 300 the diversi, o fare la spesa all’Antica Polleria Aresu, in Vico Inferiore del Ferro 1, o fermarsi per un caffè o un pranzo veloce al Caffè degli Specchi, aperto nel 1908. Chic e choc Via Garibaldi 12, raffinato punto di riferimento del design, con pezzi di Paola Lenti, Marcel Wanders e Michael Anastassiades. Uno dei risvolti positivi di questo momento storico è che le piazze di Genova sono animate da tavolini all’aperto «che resteranno anche per l’inverno, che qui è sempre mite - afferma Paola Bordilli , assessore al commercio del comune di Genova». Un un po’ della grandeur romana si ritrova a Palazzo Reale, la sontuosa residenza disegnata da Carlo Fontana, erede di Bernini. «E’ l’unico palazzo del centro storico - spiega Luca Leoncini, direttore delle collezioni - dove si poteva entrare con la carrozza accedendo a un grande cortile d’onore con un’apertura scenografica a tre grandi arcate che inquadrano l’orizzonte del mare e del porto. Effetto cercato da Fontana, in quel momento architetto in ascesa dell’Urbe, che viene chiamato a Genova in quanto specialista nella progettazione dei teatri.  Infatti nella residenza di Via Balbi, patrimonio Unesco, progetta il Teatro del Falcone, il primo teatro pubblico genovese». In questo spazio raccolto, fino al 1 novembre è ospitata la mostra: Mogano Ebano Oro, dedicata ai mobili e agli interni dell’Ottocento genovese. Grandi fortune, grandi case da arredare e raffinati committenti si fanno produrre in quello spicchio di secolo, oggetti unici, decorazione barocche e mobili straordinari, che vinceranno premi alle esposizioni internazionali di Londra (1851), Parigi (1855 e poi nel 67) e in quella del 1889, per cui viene costruita la Tour Eiffel, e Vienna (1873). Dal centro storico, passando per piazza De Ferrari dove è esposta una delle otto grandi sculture di Deredia sparse per la città fino al 30 novembre, con l’ascensore di piazza Portello si sale in Spianata Castelletto per ammirare la città dall’alto, e magari bere un aperitivo al tramonto da Calice (tel. 010.2466820) o in alternativa, dopo aver sorseggiare un buon rosso da Mescite (via Sant’Agnese 25 r e in piazza delle Erbe) si può salire al Righi con la funicolare dalla Zecca per una passeggiata tra i forti nel Parco delle Mura e delle Fortificazioni genovesi. 

Dove Mangiare
Appena aperto, sulla spiaggia. Cucina tipica genovese: fritti, torte salate, focaccette anche al formaggio e farcite, primi con le salse tradizionali, pesto, tuccu e di noci, da asporto o consegna a domicilio. Il Genovese a Boccadasse, Piazza Nettuno 1, Boccadasse, tel.0104551386


E’ il posto giusto per assaggiare il miglior cappon magro, re della cucina ligure, insieme a strudel di orata con mousse di crostacei, cannelloni di baccalà mantecato con i tartufi e lo sgombro in crosta di polentina di riso nero con le verdure di stagione. Ristorante Volta la Carta Via Assarotti 60r, tel. 010.8312046


Cucina ligure , oltre a farinata e focaccia al formaggio cotta nel forno a legna. Ristorante I Tre Merli Porto Antico Calata Cattaneo 17, tel. 010.2464416


I piatti genovesi con particolare attenzione alla declinazione gourmet del merluzzo in frittelle di baccalà o stoccafisso accomodato e brandacujun. Antica Osteria di Vico Palla Vico Palla 15r , tel. 010.2466575 


Dove dormire
Ex convento oggi trasformato in un ostello trendy e adatto anche alle famiglie 
Hostel Abbey, vico Nuovo- piazza vittime di tutte le mafie, thehostel.it/abbey/


Residenza d’epoca, parte dei Palazzi de Rolli, nel cuore del centro storico. Colazione all’aperto in terrazza con vista sui tetti. Hotel Palazzo Grillo,Piazza delle Vigne 4, tel. 010.2477356, hotelpalazzogrillo.it

Il Museo Diocesano
Genova è la patria del jeans.

A differenza di quanto sostengono gli americani che siano stati i cow boy a lanciare questa tela per primi, i 14 enormi teli della passione (quattro metri e trenta per tre), custoditi al Museo Diocesano (museodiocesanogenova.it, visite: prenotazioni.festigium@gmail.com ) testimoniano che dal 1538 il tessuto era già in uso a Genova. «In due stanze del museo sono conservati questi grandi teli che si inspirano a stampe di Dürer e di Raffaello provenienti dal Santuario del Boschetto - sostiene Marzia Cataldi Gallo, massima conoscitrice della storia mondiale del jeans - dove durante la Settimana Santa si erigeva una cappella effimera per favorire il coinvolgimento emotivo dei fedeli. A riconferma delle radici genovesi ci sono anche varie collezioni pubbliche ( Museo Luxoro a Nervi) e private con statuine del presepe del Sette e Ottocento dove i pastori vestono calzoni e giaccher di jeans». Pare che la storia sia questa: a metà del Cinquecento gli imprenditori genovesi della tela di cotone stavano vivendo un momento di crisi. Decisero di abbassarne il costo diventando così molto competitivi sul mercato inglese, il più ricco e attento alle mode in quel periodo storico. Questo fece aumentare gli ordini con un crescente invio di balle di tela da Genova al porto di Londra, sulle quali veniva scritto Jeans ( inglesismo per Genova, città di provenienza del tessuto).

Con questa premessa da un’idea di Manuela Arata, fondatrice del Festival della Scienza, nasce la manifestazione GenovaJeans 2021 che si terrà a maggio prossimo, ma con un’anticipazione al museo di Villa Croce fino al 17 gennaio, con la mostra Artejeans. Storia di un mito nelle trame dell’arte contemporanea. Si tratta di 24 opere su tela jeans di artisti italiani, selezionati da Ursula Casamonti della Galleria Tornabuoni Arte di Londra. «Molto positiva la reazione di artisti come Plessi, Isgrò, Lapietra, Nespolo, Zappettini e Biasi – spiega la gallerista fiorentina- che hanno accettato con entusiasmo la sfida di creare un’ opera su tela jeans Candiani per la rinascita di Genova anche attraverso il nuovo museo del jeans che sta nascendo». Nel frattempo Lucarda (tel. 010.2476913), lo storico emporio della colorata e multietnica Sottoripa (di fronte all’Acquario) dove passano capitani d’industria e attori per comprare le maglie blu con il collo a barchetta e i mitici jeans, quest’anno compie cento anni.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 29 Ottobre 2020, 18:25
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