Arcinazzo da vedere e da mangiare: le 3 cose da non perdere

Dal sentiero mistico di Giovanni Paolo II alla Via del Cesanese: la fuga ideale nella località montana del Lazio

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di Maria Serena Patriarca

Arcinazzo, a 850 metri di altitudine, è da sempre nota come località montana del Lazio. L’autunno è la stagione ideale per una fuga dalla città, complice lo spettacolo del foliage. Una gita ad Arcinazzo, e in particolare ai suoi Altipiani, concilia la voglia di camminare nella natura con il piacere per la buona cucina e per la scoperta dei borghi.

 

1. Il sentiero mistico di Giovanni Paolo II

A metà strada Arcinazzo e Piglio, lasciando la macchina nella località Prati di San Biagio, si può passeggiare nella natura lungo il Cammino Contemplativo Karol Wojtyla. Il percorso, particolarmente suggestivo e facile anche per chi non è un escursionista esperto, si snoda fra prati e boschi  in una successione di installazioni religiose realizzate da artisti locali e non, che rievocano varie frasi del Papa Santo e le tappe della Via Crucis con sculture en plein air, culminanti nella bellissima installazione della Resurrezione di Cristo. Punto di partenza è il laghetto Inzuglio (di origini carsiche) da cui, se amate camminare nel verde, potrete arrivare fino alla cima del Monte Retafani, sulla sponda opposta della dolina carsica. Come sosta per il pic nic all’aperto intorno al Laghetto ci sono vari tavoli con le panche di legno. Attenzione ai giorni in cui è aperta la caccia al cinghiale, nei quali non è prudente addentrarsi nei boschi.

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2. Il borgo di Piglio

A poca distanza da Arcinazzo, il borgo medievale di Piglio rappresenta uno dei paesi più caratteristici della Ciociaria, per la posizione panoramica lungo uno sperone montuoso che spicca sulla valle, e per la presenza dell’imponente Castello Baronale.

Il Castello in realtà è composto da due parti risalenti ad epoche diverse: la parte più alta (Castello Alto o Palatium superiore) è distinta dalla più bassa (Castello Basso o Palatium inferiore) e il Castello cosiddetto superiore domina il borgo vero e proprio, ed è formato da un torrione a sperone e da una cortina di torri.  Il Borgo non aveva mura di cinta ma le stesse case, costruite in forte pendio, avevano funzioni difensive. Nel 1430 il castello di Piglio venne consegnato alla famiglia Colonna, per poi diventare possedimento degli Orsini e passare alla storia anche come Castello Orsini.

3. La Via del Cesanese

Piglio si trova su uno dei itinerari più amati dagli “wine lovers” laziali: la Via del Cesanese. Non lasciate questo borgo senza concedervi dunque un calice di questa eccellenza enologica del territorio. Per la gioia dei gourmet, nelle pasticcerie e nei caffè del paese si possono assaggiare gli amaretti artigianali, fiori all’occhiello della tradizione dolciaria ciociara. Fra le prelibatezze della gastronomia del territorio anche una vasta varietà di salumi e formaggi.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 15 Novembre 2021, 15:32
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